“ Mimì – Il Principe delle Tenebre ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 16 Novembre 2023

10 Nov, 2023

Mimì è un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.

 

“Mimì – Il principe delle tenebre” è un’avventura dark romantica e struggente però è anche un gangster movie che parla della malavita di Napoli ma è anche un racconto di formazione di due anime tormentate e perseguita come Carmilla e Mimì. Insomma a guardare il film ci si ritrova a davanti a vivere una storia piena di stratificazioni e spunti interessanti sotto l’aspetto emotivo. In aggiunta a tutto questo c’è un ottimo e ben calibrato elemento di citazioni dei grandi film sui Vampiri del passato nominando Bela Lugosi e “Nosferatu”.

 

De Sica si rivela estremamente coraggioso e capace nel voler raccontare una storia di questo tipo attraverso il genere horror che in Italia non viene molto (ben) visto e gode di poca fortuna al botteghino. Per farlo non spinge sul fattore estetico e d’atmosfera ma si affida totalmente a due giovanissimi attori quali Domenico Cuomo e Sara Ciocca alle prese con due personaggi che potevano benissimo essere interpretati in maniera macchiettistica e pieni di cliché. Invece i due ragazzi si rivelano molto capaci nei loro rispettivi ruoli riuscendo prima di tutto a trasmettere il loro essere dei disadattati e poi le loro eccentricità.

 

Il regista si mette in gioco realizzando una pellicola capace di azzardare sotto molteplici aspetti e pur parlando di vampiri e sangue, riesce a usare tale iconografie come mezzo per mettere al centro l’emozione estrema di un’esistenza travagliata. Per fare questo però la strada non sarà affatto lineare ma decisamente tortuosa perché ogni volta che al pubblico sembra di capire dove il film stia andando o quel possa essere il prossimo risvolto, ecco che il film vira completamente di traiettoria mettendo nel mezzo iper-violenza quando meno uno se lo aspetta, un momento romantico che arriva senza che ce ne accorgiamo e tanto altro ancora. Solo tale aspetto, questo continuo tradire lo spettatore che pensa e si aspetta un certo genere e invece si trova altro, può estraniare a tal punto che il pubblico arriva a distogliere lo sguardo e diminuire l’empatia verso Mimì e tutto quello che ha subito fin a quel momento.

 

Rimane solo il rammarico che il film in Italia possa rischiare di passare inosservato, poco capito e accettato. Speriamo di no e speriamo soprattutto che opere di questo tipo piene di coraggio e sana voglia di stupire possano primeggiare e trovare un pubblico sempre maggiore da conquistare. 

 

 

 

 

Andrea Arcuri