“ Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice ” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 19 Aprile 2024

19 Apr, 2024

Riprende l’epica saga di Kora e dei guerrieri sopravvissuti, pronti a sacrificare tutto combattendo al fianco dei coraggiosi abitanti di Veldt per difendere un villaggio un tempo pacifico dove ha trovato rifugio chi ha perso la propria casa nella guerra contro il Mondo Madre. Quando la scure del Regno si abbatte sulla nascente ribellione, si formano legami indissolubili, emergono eroi e nascono nuove leggende.

Il nuovo lavoro di Zack Snyder torna con la seconda parte su Netflix per concludere una saga tanto epica quanto …criticata. Il regista è solito cimentarsi in opere dove l’estetica è il suo punto centrale continua , in maniera coerente, nel voler ricalcare e omaggiare gli archetipi classici tipici della fantascienza compresi i personaggi caratterizzati da una precisa estetica ed emotiva. Certamente l’opinione che ci si è fatta vedendo il primo capitolo difficilmente cambierà di molto con la visione di questa seconda parte. Se avete odiato il lavoro di Snyder potete anche evitare di vedere come va a finire, se invece avete in parte o totalmente apprezzato l’opera allora mettetevi comodi perchè “La Sfregiatrice” alzerà di molto i propri propositi e la messa in opera.

Zack Snyder, superati i vari obblighi narrativi che vogliono la creazione di una storia e dei rapporti tra personaggi, da libero sfogo alla parte più action (in effetti un difetto del primo era proprio un numero misero di momenti d’azione) lasciando poco tregua allo spettatore. Certo questo significa andare a ridurre ancor di più la trama e la sceneggiatura, già poco presente nel primo capitolo, per spingere l’acceleratore su aspetti più d’intrattenimento.

Bisogna essere onesti e precisare che il regista prova in tutti i modi a creare momenti di forte emotività cercando farci affezionate con tutti i personaggi. Infatti ad ognuno di loro viene data la possibilità di ricordare il proprio passato, le ferite e quello che hanno fatto e perso per arrivare a questo punto. Per fare tutto questo però risulta ancor più evidente quella componente classica e ridondante di quest’opera: infatti i personaggi risultano, tramite il loro background, ancor più unidimensionali e prevedibili di quanto già lo fossero. Tutti i traumi possibili e gli aspetti già visti altre volte vengono espresse da frasi da spot pubblicitario senza riuscire a creare davvero un legame sincero. 

Alla fine però Snyder dimostra di conoscere bene il suo pubblico e decide di lasciar da parte la trama perché gli spettatori, soprattutto quando guardano un film di questo tipo, vogliono distrarsi e avere momenti cult che vivono anche slegati tra loro. Ad un certo punto arriva l’azione più spinta che procede per ben 45 minuti senza interruzioni fino ad un epico finale. Il pubblico è contento, le scene possono essere viste e riviste insieme oppure postate sui social in brevi frammenti (ogni forma di pubblicità è OK!) e fa niente se tutto quello che ci propone il regista lo abbiamo già visto…l’importante è che rendano bene sullo schermo mentre il ritmo ne guadagna e la saga corre veloce verso una degna conclusione.

Andrea Arcuri