“ Iron Fighter  ” – Recensione del film diretto e Interpretato dal campione Claudio Del Falco.

17 Apr, 2024

Campione di Karate e K1, Claudio Del Falco è pronto per il suo ultimo incontro: un evento memorabile, seguito in diretta mondiale, con un montepremi in palio di dieci milioni di euro. L’enorme cifra fa gola ad Apha, boss di un’organizzazione criminale che, mentre Claudio è impegnato a combattere, irrompe nella sua villa con i propri crudeli e feroci uomini per prenderne in ostaggio la seconda moglie, Camila, ignorando che nell’abitazione vi sia anche la figlia quattordicenne Sara. Quando Claudio apprende che Alpha è responsabile della morte della prima moglie, mette al sicuro Sara e decide di affrontare da solo l’intera organizzazione per vendicarsi.

Ci si avvicina al film con tantissimi remore e pensieri prevenuti. Un film action italiano diretto e interpretato da un campione delle arti marziali (Claudio Del Falco) ma non certo conosciuto nell’ambiente cinematografico, una storia classica (che più classica non si può) per un prodotto che non è legato a grandi case di produzione e forse non sarà distribuito sul grande schermo.

Invece ci sono aspetti che rendono la pellicola più convincente di quanto erroneamente ci si aspetta. Si parte come un film sportivo sul ritorno sul ring di un grande campione per poi virare verso l’action più diretto e asciutto. Perchè se l’introduzione è certamente uno spot sulle qualità sportive di Del Falco grazie a telecronisti che ci ricordano i suoi traguardi, quando il film comincia la corsa del nostro eroe verso la vendetta ci ritroviamo a vedere molti combattimenti e poche parole inutili. Del Falco evita di riempire il film di frasi di circostanza filosofiche che spesso toccano la mediocrità e la ridondanza ma affidandosi quasi completamente alla colonna sonora di Demo Morselli e le sue reali doti di guerriero, porta avanti il film con fare convinto e senza mai fermarsi.

Certamente c’è tanto virtuosismi modaiolo nella regia, ci sono belle macchine e donne appariscenti con molte inquadrature dove il nostro protagonista si mette in posa. I cattivi sono cattivi senza mezze misure e ben fieri di esserlo mentre le morti per mano di Del Falco sono squisitamente pulp e trash e riescono a divertire lo spettatore perché non c’è spazio per provare empatia verso il villain di turno.

Del Falco non si accontenta di cimentarsi nelle sue acrobazie ma nel suo ruolo di regista ci mette serietà e convinzione. altri nel suo caso avrebbero trascurato tale aspetto, invece ci si ritrova a guardare un film costituito da una regia solida che enfatizza i combattimenti e non si limita al solo metterli in scena. Oltre a questo riesce anche a dare qua e là alcuni omaggi del grande cinema action andando a citare, in maniera più o meno esplicita, grandi classici come “Rocky”, “Rambo”, “Trappola di Cristallo” e tanti altri ma sempre con garbo e senza esagerare.

Se vogliamo proprio trovare un difetto allora bisogna cercarlo nella sceneggiatura e nella storia. Per quanto è evidente e riuscita la dichiarazione d’amore alle arti marziali e un certo genere di cinema, il film soffre di poca originalità e infatti la corta durata (circa 80 minuti ne è la conferma). Qualche difficoltà in più lungo il percorso, alcuni personaggi meglio caratterizzati e sviluppati e magari una storyline secondaria avrebbero aiutato il film ad avere una dimensione più convincente e magari rimanere maggiormente impresso nel pubblico. Non ci sentiamo però di farne una colpa assoluta a Claudio Del Falco perché capiamo perfettamente il suo intento nel creare questo piccolo capolavoro pieno di momenti cult e adrenalina.

Andrea Arcuri