Camila Cabello racconta ad Apple Music il nuovo singolo “I LUV IT”

29 Mar, 2024

Camila Cabello racconta il suo nuovo singolo, “I LUV IT”…

 

Zane Lowe: La canzone si chiama “I LUV IT”. Dobbiamo parlare un po’ di chi è presente in questo disco. C’è una gerarchia in un certo senso no? e c’è qualcuno che è presente… letteralmente. È Playboi Carti, giusto.

 

Camila Cabello: Si, voglio dire, è per questo che si trova dov’è, perché è così meticoloso e così esigente. Anch’io amo questa canzone, perché mi sento come se mi fossi data la libertà, dal punto di vista della scrittura, di essere come… Non so, stavo ascoltando un sacco di rap old school e mi sono detta: “Oh, non ho mai giocato con la ripetizione in questo modo prima d’ora”. Molte delle mie canzoni hip hop preferite del 2000 sono “call and response” o ripetizioni. Prima, credo di aver fatto un po’ di pressione su me stessa, dicendomi che per essere un autore di canzoni, un cantautore, devono esserci necessariamente molti lyrics..

 

Zane Lowe: Sì, è il gancio melodico che arriva addosso subito.

 

Camila Cabello: Sì, e la storia, la narrazione, perché sono cresciuta anche con questo, ma dandomi la libertà di dire: “No, questo è solo un altro…”.

 

Zane Lowe: A volte vuoi solo mettere le cuffie e ascoltare “A Milli”.

 

Camila Cabello: Ho ascoltato tanto rap e tanto hip-hop e ho imparato tanto da quel genere musicale in questo album. Quindi sì, “A Milli” l’ho ascoltata probabilmente tante volte.

 

Su come è riuscita a far partecipare Playboi Carti alla canzone…

 

Gli ho scritto nei DM. Beh, credo che innanzitutto la mia mentalità, durante tutto questo processo, sia stata,  che le bocche chiuse non vengono sfamate.  Lui è misterioso o non so… E ho pensato: “Sai che c’è? Gli scriverò su DM”. 

 

Gli ho detto: “Ehi, farfalla”. E lui ha detto “CC” e io ho risposto “Carti”.  È stato davvero carino.

 

È stato molto genuino. Poi abbiamo parlato di Miami, perché lui passa molto tempo lì e ad Atlanta, e sì, abbiamo iniziato a parlare e credo che gli sia piaciuto molto il tipo di materiale visivo a cui mi stavo dedicando. Gli ho detto: “Ehi, passa da me. Usciamo insieme. Lascia che ti suoni un po’ di musica”. Gli ho fatto ascoltare questa canzone, perché credo che io, Pablo e Jasper pensavamo che sarebbe stato così forte fallo collaborare in questa canzone e pensavamo sinceramente che gli sarebbe piaciuta, e così è stato. Abbiamo modi simili di lavorare, e per me il processo di scrittura è una specie di freestyle, parto da lì. Ma sì, è entrato nella cabina di registrazione ed eravamo così eccitati, abbiamo bevuto Don Julio, ed è stato semplicemente fantastico.

 

Sull’impressione che è solita lasciare e su dove pensa che la gente si sia sbagliata…

 

Non credo che la gente si sia sbagliata, penso solo che ora debbano capire chi sono adesso. Sento che in questo processo, quello che state ascoltando è una sorta di versione non diluita del mio processo creativo attuale. Nonostante io adori lavorare con co-autori e penso che sia molto divertente, questa volta ho pensato che il tipo di progetti che voglio realizzare funziona solo quando non ci sono altri co-autori, e quando sono solo io a lavorarci e a concentrarmi su di me, a concentrare su di me la parte di scrittura, la parte di composizione delle canzoni, e a lavorare ogni giorno per espandere i miei riferimenti e scrivere testi e ide. Ho realizzato questo album con Guincho, che per me ha una prospettiva così fresca sulla musica pop. Sapevo di volerlo fare con un produttore di questo tipo.

 

Così l’ho contattato e ho subito pensato: “Oh, mi capisce”. Ho fatto un remix di una canzone molto veloce, ero solo io al microfono, ho fatto un freestyle, l’ho modificato, e poi l’abbiamo pubblicato e lui ha detto: “È la cosa che hai fatto, che preferisco in assoluto. Traspare la persona con cui sto parlando”. E io ho pensato: “Questa è una persona che non sta cercando di andare sul sicuro con la rete di sicurezza di altri co-autori e altro. Vuole che sia crudo e solo mio, ed è questo che lo entusiasma”.

 

E poi mi mandava beat e altri spunti, e molto del materiale su cui gravitavo era quello su cui aveva lavorato con Jasper Harris. Quindi eravamo davvero solo noi tre a fare musica. Mi hanno fatto crescere moltissimo come artista e come autrice, mettendomi costantemente alla prova e facendomi scoprire nuove cose e nuovi riferimenti. Credo di aver raggiunto l’età in cui, nonostante il disco possa fallire o avere successo, è importante per me che rappresenti me stessa.

 

Sulla musica che ama fare…

 

Mi sento una stramba, e questa è la musica che amo, ed è la musica che sono più orgogliosa di fare. Penso che molte volte si tratta di trovare persone che sono strane, e Jasper è uno strano, Guincho è uno strano, e penso che noi tre siamo stati in grado di mantenerci in questa bolla in cui non ce ne frega niente, e faremo solo quello che pensiamo sia un fantastico.

 

Sul fatto che il prossimo capitolo sia appagante ed emozionante…

 

… è stata una delle parti più appaganti, eccitanti e che mi hanno aperto il mondo dell’album: il fatto di essere in comunità con altri artisti e di parlare, di ballare questa canzone in studio con lui, è la parte che preferisco. Non vedo l’ora che la gente lo senta, perché mi piace anche quanto sia folle la sua base di fan, da quando abbiamo iniziato a frequentarlo i suoi fan si impegnano così tanto per lui, e questo mi piace.

 

Quindi mi piace che le persone facciano questa esperienza, ma la parte che preferisco è il ricordo che ho dell’incontro con nuove persone e della creazione di nuove amicizie. L’ho sempre evitato, credo che nel pop ci siano molte cose transazionali, caratteristiche, ed è molto meglio quando si tratta di una cosa del tipo: “Ehi, come stai? Mi piace la tua musica, usciamo insieme e parliamo, e se viene fuori una canzone, bene”.

 

Credo che questa sia sempre l’energia migliore. E credo che sia stata una parte importante di tutto il processo dell’album, come la curiosità. Forse negli ultimi giorni sono stato cronicamente online, ma non si tratta di un piano di rebranding. È partito tutto dalla curiosità e da ciò che sarebbe stato un territorio inesplorato e stimolante per me. Sono in questo settore da circa 11 anni.

 

E sul suo prossimo album…

 

È l’unica cosa che ho fatto in questo album che non mi sembra… di esserci arrivata prima.  Sono sempre stata un’artista basata sulle canzoni. L’altro giorno ho sentito Charli dire che l’arte è più importante dei brani. Io ho sempre avuto la mentalità opposta. Ho sempre pensato che tutto fosse incentrato sulla canzone. Per me era tutto. Era isolata dal nome o da chi l’aveva fatto o da qualsiasi altra cosa, si trattava solo di come suonava questo pezzo di musica di quattro minuti, o quello che è, di tre minuti.

 

E credo che sia perché ho iniziato a immergermi in maniera più approfondita nei corpi di lavoro e negli artisti. Adoro il modo in cui Lana o Carti creano un intero mondo, e questo rende la musica molto più ricca. Credo di aver tentato di farlo in passato, ma di non averne mai colto appieno il senso. Ho imparato molto da Pablo e Jasper e questa volta ho studiato davvero il personaggio, il mondo, i motivi, il colore rosa baby, il lucidalabbra, il…il tratto da “cattivo”, o iperfemminile, quello è stato l’inizio.