LEAVES’ EYES – ” Myths Of Fate “. Recensione. Disponibile in Vendita

23 Mar, 2024

Quattro anni dopo aver portato “The Last Viking” nel Valhalla con la loro opera precedente, i LEAVES’ EYES resuscitano con ” Myths Of Fate ” per celebrare il loro ventesimo anno di esistenza. Come dimostrano i primi singoli come “Forged By Fire”, “Realm Of Dark Waves” e la première odierna di “Who Wants To Live Forever” , con il loro nono album in studio la band tedesca consolida la propria posizione di leader nel metal sinfonico universo. Potente, epico e impressionante: la band fonde ancora una volta i generi metal tradizionali fondendo elementi di musica folk, gotica e classica in un capolavoro sonoro accattivante!

Si parte subito con il primo singolo estratto cioè “ Forged by Fire ” che racconta del mito della spada di Tyrfing attraverso grande maestria sia a livello sonoro sia con le immagini create per il videoclip. Il gruppo dimostra ancora una volta di avere un forte senso scenico ed epico nel creare video di altissimo valore e ben narrati. A livello musicale e sonoro siamo di fronte ad un brano che racconta molto con inserti più melodici ma anche parlati come fossero un racconto. Forse non è il miglior brano per conoscere il gruppo nella sua massima espressione metal come potenza ma sicuramente è uno dei migliori per mostrare le loro capacità di ottimi narratori di storie. Ecco arrivare ” Realm of Dark Waves ”, inno medievale che ci trascina nelle desolate profondità dell’oceano di Rán, la dea del mare. La canzone possiede una carica dirompente e risulta decisamente molto armonica pur riuscendo a raccontare una storia complessa. Il videoclip è ancora una volta di altissimo livello tecnico con il gruppo che canta sopra una scogliera mentre vediamo le immagini girate anche sott’acqua che vanno a completare il racconto dandogli un’aria maestosa, avventura e magnetica. Anche la successiva ” Who Wants to Live Forever ” è accompagnata da un videoclip promozionale. Rispetto le precedenti risulta essere una canzone molto più semplice e diretta e lo stesso video ne è la conferma. Abbiamo il gruppo che suona e canta ai piedi di una parete rocciosa e in una landa desolata senza tante distrazioni o altri personaggi se non delle bellissime visuali di sfondi naturali magnifici. La stessa canzone è pulita nella sua esecuzione senza per forza spingere sul lato rock o metal ma con performance chiare e una vocalità della cantante pulita e molto classica nell’andamento.   

 

Arriva la canzone ” Hammer of the Gods ” che parte possente con cori rudi e forti per poi farsi più armonica con la voce di Elina. La musica è martellante e il brano porta avanti questa sua doppia anima in maniera ben equilibrata tra alternanza di toni e altri momenti in cui c’è sovrapposizione. Quello che forse manca è la capacità di entrare in testa e rendersi indimenticabile, forse proprio legato al suo voler toccare stili e ritmi molto differenti tra loro. ” In Eternity ” è decisamente più suadente e accattivante, convincente su tutti i fronti e ne viene fuori un brano vibrante che porta il pubblico a cantare insieme  al gruppo e a muoversi sotto le note di un magnetico metal di altissimo valore. E’ l’ultimo singolo uscito accompagnato da un videoclip altrettanto ipnotico grazie a delle ballerine attorno ad un fuoco ed un’ambientazione tra lande rocciose immense. Della successiva ” Fear the Serpent ” possiamo dire che ce la mette tutta per essere epica e altisonante ma non ci riesce del tutto. Risulta convincente nei suoi aspetti e nell’unione tra musica & cantato ma il sound che crea non riesce ad essere così potente e trascinante da risultare orecchiabile e armonico. ” Goddess of the Night ” è una romantica e lieve ballata dove primeggiano suoni leggeri e archi avvolgenti. La canzone prende sempre più ritmo ma rimanendo coerente con un tono struggente anche quando nel finale esplode totalmente. 

 

Con ” Sons of Triglav ” si torna a sonorità più metal e potenti. Il suono è duro, il canto è grave mentre il ritmo è indiavolato. Una canzone da cantare per buttar fuori tutta la rabbia e l’energia personale. Un bellissimo suono molto pulito si sente in sottofondo che va in forte ma riuscito contrasto con il cantato spigoloso e altisonante. Siamo quasi alla fine ma c’è ancora tempo per ” Elder Spirit ” che inizia con una nota narrativa. Porta sicuramente un forte senso di storia che ci viene raccontata con una presa energica capace anche di sorprendere tramite aggiunte della doppia voce. Il ritmo non è di quelli più veloci perché decide di prendersi i suoi tempi e per questo potrebbe spiazzare un pochino il pubblico abituato a sonorità differenti. Siamo a ” Einherjar ” e il sound di sottofondo che si pone come filo conduttore è da subito magico e magnetico. La canzone è molto energica in tutti i suoi componenti e possiede una forza epica e trascinante che sale sempre più su per conquistare tutti quanti. Un brano che non vediamo l’ora di cantare e ballare in un concerto perché è sicuramente tra le più coinvolgenti di quest’album. L’ultimo brano che propone il gruppo è ” Sail with the Dead ” e siamo ancora di fronte ad una ballata energica fin dalle prime note. L’utilizzo della doppia voce e passaggio tra Elina e Alexander è impeccabile ma l’aggiunta dei cori è l’elemento che riesce a convincere e dare qualcosa di davvero differente e migliorativo all’esecuzione. Una perfetta conclusione per quest’album di uno straordinario gruppo che ci regala ancora brani indimenticabili.            

Tracklist: 

 

  1. Forged by Fire 
  2. Realm of Dark Waves 
  3. Who Wants to Live Forever 
  4. Hammer of the Gods 
  5. In Eternity 
  6. Fear the Serpent 
  7. Goddess of the Night 
  8. Sons of Triglav 
  9. Elder Spirit 
  10. Einherjar 
  11. Sail with the Dead

Per maggiori informazioni visita: 

https://www.leaveseyes.de 

https://www.facebook.com/leaveseyesofficial 

https://www.instagram.com/leaveseyesofficial 

https://www.afm-records.de 

 

LEAVES’ EYES è: 

Elina Siirala – voce 

Alexander Krull – voce 

Micki Richter – chitarra 

Luc Gebhardt – chitarra 

Joris Nijenhuis – Batteria 

Andrea Arcuri