AMARANTHE ” The Catalyst ” – Recensione. Disponibile in Vendita

24 Feb, 2024

The Catalyst è l’opera concettualmente più coerente nella storia del gruppo . Dedicato ai concetti di trasformazione e rivelazione, scava più a fondo di qualsiasi album precedente, come spiega Olof Mörck a cui aggiunge ” La chiave di questo album è che abbiamo lasciato andare i confini e abbiamo deciso di fare qualcosa di ancora più avventuroso.” The Catalyst rappresenta il culmine di 15 anni di duro lavoro e della ricerca senza fiato di una visione musicale del tutto originale. Il cambiamento è inevitabile. La vittoria è assicurata…

“ The Catalyst ” è la prima canzone e anche la title track dell’album. Sostanzialmente è un brano dall’andamento abbastanza classico senza tante sorprese per il gruppo ma che serve per presentare a tutti noi Mikael Sehlin, nuovo membro del gruppo che porta un canto in stile growl.  Ecco ora arrivare ” Insatiable ” accompagnato da un videoclip che definire estremo è poco. Il gruppo affianca un suo stile estremamente veloce nell’esecuzione e anche nel canto a dei video che vivono di luci da ogni parte, passaggi veloci di contesti e regia indiavolata. Non è una critica ma una scelta ben precisa sotto tutti i punti di vista e infatti questo brano , come molti altri del gruppo, è fulmineo e dal ritmo sempre sostenuto con un breve intermezzo di assolo di chitarra nel mezzo in maniera classica. Con il video promozionale di ” Damnation Flame ” il gruppo afferma ancora una volta il suo gusto estetico e senso drammaturgico nel raccontare storie nella maniera più plateale possibile. Con l’aggiunta di inserti animati e anche balletti in coreografia che forse stonano con lo stile del gruppo e della canzone, ci troviamo ad ascoltare una ballata quasi pop che risulta più bella e variegata da guardare piuttosto che da ascoltare. “ Liberated ” contiene al suo interno stili differenti riuscendo nel creare una canzone variegata ma ottimale. Un brano che riesce a toccare genere diversi tra loro e il gruppo riesce a dare veramente il massimo sapendo gestire bene tempi e spazi tra i vari componenti. 

 

” Re-vision ” viene accompagnato da un video promozionale iper tecnologico con una CGI non delle migliori. Iper pompato e dedito a voler raccontare la classica storia di un gruppo di ribelli contro un sistema oppressore, il videoclip provoca un effetto negativo proprio per la sua ricerca di esser preso troppo sul serio ma generando invece l’effetto contrario. Anche la parte musicale non riesce a convincere; il sound ultra energico con una continua sovrapposizioni di voci provoca solo disordine, in questo caso forse la terza voce growl è un innesto non funzionale al brano e non trova una sua dimensione. “ Interference ” porta sprazzi di musica che si avvicina molto ad uno stile rap con una cadenza veloce soprattutto nella parte cantata con la capacità da parte del gruppo di creare come delle cantilene ridondanti. Ne viene fuori una canzone a tratti differente dal classico stile a cui siamo abituati che potrebbe non conquistare tutti quanti. Ecco ora arrivare ” Stay a Little While ” che si distingue da tutte le altre canzoni di quest’album. C’è sentimento più romantico e un senso di sguardo più soave e leggero per un brano nella classica doppia voce e con una musica strumentale di sottofondo che non spinge mai pur rivelandosi estremamente magnetica ed energica. Un bellissimo brano posto nel mezzo di questa creazione che dimostra la capacità del gruppo di realizzare generi differenti. Peccato che sia praticamente un caso isolato. ” Ecstacy ” potrebbe essere considerata la canzone più accattivante per un pubblico non specifico per il genere metal. Il sound è godibile e adattabile a molteplici gusti di un pubblico molto ampio e quindi potrebbe attrarre anche nuovi fan del gruppo. Allo stesso tempo gli affezionati potrebbero sentire una certa stanchezza nel sentire canzoni che in parte risultano molto simili tra loro. Lo stile di ” Breaking the Waves ” ricorda altri gruppi metal/rock ma la band riesce a dare al brano un suo stampo stilistico grazie soprattutto ai timbri vocali di Nils & Elize che sono davvero inconfondibili. Dispiace solo che il ritmo subisce molti mutamenti andando a spezzare il ritmo e la ritmica ascoltata all’inizio che fatica a ripresentarsi. 

 

“ Outer Dimensions ” crea da subito una mix importante di sonorità che creano quasi dipendenza. Forse tra le canzoni proposte dal gruppo risulta la più leggera e meno dedita alla velocità ad ogni costo anche se sempre sostenuta da un forte ritmo. Anche il videoclip che accompagna la canzone risulta più leggero e meno caricato in tutte le sue parti così da avere di fronte un brano molto più ascoltabile e legato alla capacità del gruppo di fare ottima musica senza ricorrere ad eccessi. Della successiva ” Resistance ” si può dire che è una di quelle canzoni da ballare e cantare a perdifiato. Il ritmo indiavolato in sottofondo prende e non ci lascia più fino alla fine e il ritornello particolarmente elettrizzante risulta irresistibile da cantare tutti insieme. Peccato solo che dura meno di tre minuti. La successiva ” Find Life ” ripropone il classico sound del gruppo che in effetti non regala nulla di particolare nuovo all’ascoltatore. Indubbiamente la canzone ha ritmo ed è molto orecchiabile ma la sua struttura è classica puntando su tonalità modern-symphonic già ascoltate molte volte e riproposte ancora una volta. ” Finding Like a Flower ” chiude l’album ed è la cover del famoso brano del gruppo Roxette. La realizzazione è costruita su un ritmo molto sostenuto e sempre veloce e cantata a tre voci in maniera precisa come il gruppo ha spesso dimostrato nell’unire tre stili differenti. Una perfetta conclusione nel riproporre un brano famoso adattandolo allo stile energico del gruppo per salutare i fan nel migliore dei modi. 

Tracklist:

1.The Catalyst
2.Insatiable
3.Damnation Flame
4.Liberated
5.Re-vision
6.Interference
7.Stay a Little While
8.Ecstacy
9.Breaking the Waves
10.Outer Dimensions
11.Resistance
12.Find Life
13.Finding Like a Flower (Cover Version)

 

AMARANTHE sono:

Elize Ryd – voce 

Nils Molin – voce  

Mikael Sehlin – voce growl

Olof Mörck – chitarra, tastiere

Johan Andreassen – basso 

Morten Løwe Sørensen – batteria 

 

Andrea Arcuri