“ Dune – Parte Due ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 28 Febbraio 2024

21 Feb, 2024

Il film esplora il mitico viaggio di Paul Atreides che si unisce a Chani e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere. Tornano tutti i componenti del cast quali Timothée Chalamet, Zendaya, Javier Bardem, Rebecca Ferguson, Stella Skarsgard, Dave Bautista, Charlotte Rampling e Josh Brolin con i nuovi volti di Florence Pugh, Austin Butler, Christopher Walken, Lea Seydoux e Anya Taylor-Joy.
 

La prima parte, un pò come tutti gli inizi di ogni saga, è servita a mettere le radici per la storia, l’ambientazione e i personaggi. In tal senso il film è riuscito benissimo in questo intento aiutato da una capacità narrativa del regista Denis Villeneuve e un impianto tecnico e artistico eccezionale giustamente riconosciuto con ben sei premi Oscar.  Liberi da tali fardelli, inteso come l’obbligo di presentare il vasto mondo in cui la saga si muove, ora il regista può andare dritto verso i temi e gli interessi più profondi dell’intera saga.

Attraverso una divisione un pò (troppo?) netta, si passa da una prima parte in cui c’è la costruzione della storyline più romantica tra Paul e Chani ma anche come il giovane Atreides entrerà nelle usanze delle tribù dei Fremen divise in fazioni più o meno fondamentaliste nei confronti della profezia che vede il giovane straniero come il Messia arrivato a liberarli. Il regista tiene benissimo l’attenzione anche perché si muove su terreni abbastanza classici nel saper creare una narrazione fluida bilanciando bene momenti da blockbuster ad alto budget con risvolti più intimi e personali dei vari personaggi.

La seconda parte arriva con una forza immensa soprattutto a livello visivo inondando il pubblico di candido bianco ma pieno di forza malvagia in calcolata contrapposizione. Vengono presentati nuovi antagonisti e ci mostra come gli Harkonnen e le Bene Gesserit si stanno muovendo nell’ombra. Qui i toni si fanno ancor più aspri, la speranza e la fede lasciano spazio a una totale ricerca di un tono epico aiutato ed enfatizzato dalla colonna sonora di Hans Zimmer. 

Se nel primo capitolo del 2021 cominciava a serpeggiare un forte drammatico e quasi  provocatorio verso la religione, qui tale aspetto diventa parte fondamentale dell’intreccio e la figura cristologica di Paul Atreides viene resa esplicita e ancor più centrale con particolare attenzione verso lo scontro tra fede e superstizione. Il regista non prende davvero posizione e non evita di mettere in scena e puntare l’attenzione come il potere possa offuscare la mente anche dei più integerrimi anche se parliamo di un dichiarato Messia. In tal senso risulta ancor più importante il ruolo della Donna che mette a scontrarsi ideologicamente non solo Chani ma anche la Madre di Paul, la sorella che speriamo di vedere nel prossimo capitolo ma che già farà sentire la sua presenza e la Principessa Irulan Corrino.   

E’ cinema di alto livello, narrato nella sua forma più epica attenta ai dettagli e dove ogni aspetto tecnico è in funzione di voler spingere su togliere il fiato e lasciare il pubblico incollato allo schermo. Tutto questo viene fatto con l’intenzione di lasciare allo spettatore anche altro, oltre alla magnificenza, parlando di politica in tutte le sue forme tra fanatismo, colonialismo, oppressione e fede. Come spesso accade però tutto è legato alla sensibilità del pubblico e della volontà di seguire e lasciarsi travolgere da tutto questo.

 

Andrea Arcuri