“ Night Swim  ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 22 Febbraio 2024

20 Feb, 2024

Tratto dall’acclamato cortometraggio del 2014 di Rod Blackhurst e Bryce McGuire, il film vede come protagonista un ex giocatore di baseball della Major League costretto al ritiro anticipato a causa di una malattia degenerativa, che si trasferisce in una nuova casa insieme alla premurosa moglie Eve, alla figlia adolescente Izzy e al figlio Elliot. Ray convince Eve che la splendente piscina nel giardino sul retro della nuova casa sarà un vero spasso per i bambini e una buona terapia fisica per lui. Ma un oscuro segreto nel passato della casa scatenerà una forza maligna che trascinerà la famiglia negli abissi di un terrore profondissimo.

Se non ci fossero quei film realizzati esattamente come ci aspettiamo, non potremmo costruire un certo tipo di cliché che va a ripetersi più e più volte ovviamente con tutti i limiti e incongruenze. Se l’idea di base del corto da cui è tratto il film poteva anche essere interessante, passare da 4 minuti di narrazione a circa 90 minuti può risultare molto complicato. Una strada poteva essere prendere l’idea di fondo e alcuni spunti interessanti e ampliarli ma qui siamo di fronte ad una dilatazione a dismisura con la tipica estetica hollywoodiana e piena di personaggi classici e risvolti ben conosciuti. Insomma niente sorprese e un prodotto che non fà altro che confermare quello che conosciamo bene di questo genere cinematografico.

Non contenti di riproporre quello che conosciamo ci sono degli aggravanti. I ritmi e quello che i protagonisti si ritrovano a fare passano dallo stupore iniziale di alcuni momenti sinistri di tutti, le ricerche su internet di omicidi passati e la visita a qualcuno che è riuscito a sopravvivere, diventano facilmente intercambiabili con tanti altri film di genere horror. Quello che capita ai personaggi della tipica famiglia felice risultano sostanzialmente senza tanto senso logico a cui aggiungere una noia che pian piano si fa strada e prende lo spazio che doveva essere occupato dalla suspense.

Si parlava dei soliti cliché ma allora perché non fornirli fino in fondo? Quello che lascia più perplessi è la quasi totale mancanza di una storia di fondo legata alla “piscina posseduta” così da creare qualcosa che potesse restare più a lungo. Così facendo si lascia un enorme buco di sceneggiatura che non fa altro che diminuire ancor di più la presa sul pubblico e rendere il film dimenticabile sotto tutti i punti di vista.

Andrea Arcuri