“ The New Look ” – Recensione. Su AppleTV+ dal 14 Febbraio 2024

14 Feb, 2024

Con protagonisti il premio Emmy Ben Mendelsohn, nel ruolo di Christian Dior, dal premio Oscar® Juliette Binoche, nel ruolo di Coco Chanel, e con la tre volte vincitrice dell’Emmy e candidata all’Oscar® Glenn Close nei panni di Carmel Snow, la serie è ispirata a fatti realmente accaduti e racconta la vita e la carriera di Christian Dior, Coco Chanel e degli stilisti a loro contemporanei che hanno affrontato gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e lanciato la moda moderna.

I primi tre episodi ci raccontano l’occupazione nazista di Parigi e la fine della Seconda Guerra Mondiale mentre il resto della serie mostrerà le conseguenze delle scelte fatte durante la guerra. “The New Look” riesce a portare i suoi personaggi verso archi narrativi molto convincenti grazie soprattutto alle interpretazioni degli attori e attrici scelti.  Ben Mendelsohn interpreta Christian Dior con un’umiltà accattivante suscitando nel pubblico molta empatia mentre la Coco Chanel di Juliette Binoche è una calcolatrice e dedita al lavoro fino al midollo. Spicca tra gli altri Maisie Williams nel ruolo di Catherine Dior il cui cambiamento lungo la narrazione è tra i più significativi. Sicuramente impeccabile a livello scenografico nel presentare il periodo storico nei minimi particolari dimostrando ancora una volta la qualità altissima che AppleTv dedica ai suoi prodotti. 

L’aspetto più intrigante della serie è il fatto che, pur senza giudicare, porta sullo schermo due personaggi agli antipodi ma entrambi geniali nelle loro interpretazioni della moda. La prima stagione offrirà senza dubbio spunti interessanti per conoscere meglio la storia di questi personaggi, delle loro creazioni e anche di coloro che gli stanno attorno. Più che una serie tv di costumi però ( non si vede neanche una sfilata! ) possiamo definirlo un “period-drama”. La passione e precisione di raccontare queste storie si associa però ad un fortissimo senso tipico dei biopic che tende ad essere scolastico faticando davvero a coinvolgere lo spettatore al di là dell’aspetto informativo e di curiosità. 

 Andrea Arcuri