“ The Nun II ” – Recensione. Disponibile su Mediaset Infinity con Infinity+ dal 9 al 15 Febbraio 2024.

9 Feb, 2024

1956 – Francia. Un prete viene assassinato. Un male si sta diffondendo. Il sequel del film campione d’incassi segue le vicende di Suor Irene, quando viene a trovarsi nuovamente faccia a faccia con Valak, la suora demoniaca.


Pensando a questo film si può capire benissimo al genere a cui ci stiamo avvicinando. L’horror come viene concepito in questi anni e che lo stesso James Wan ha contribuito a creare è quel tipo di storie fatte di jump-scare continui, mostri più o meno riusciti e una buona sceneggiatura di fondo che porta avanti la storia e ci fa affezionarci ai personaggi. L’universo di “The Conjuring” è composto ormai da tanti film e risulta quasi obbligatoria vederli tutti per procedere nella visione. Sappiamo benissimo lo stile estetico e tutti quei meccanismi che ci ritroveremo a vedere lungo la visione.

Detto questo però è logico che anche all’interno di questo genere c’è da fare una doverosa distinzione o preferenza legata non solo a motivi personali ma anche nella riuscita o meno della pellicola.

“The Nun II” riprende più o meno da dove si era concluso il precedente e seguiamo i due personaggi principali, Sorella Irene e Maurice, che iniziano il loro percorso da posizioni differenti per poi inevitabilmente incontrarsi di nuovo. Questa scelta porta lo spettatore a cambiare spesso di scenario e in fin dei conti è come se vedessimo due film in uno con l’aggiunta di una nuova novizia alla ricerca della sua fede, per quanto riguarda la storia di Suor Irene, e un possibile interesse amoroso con prole per Maurice.

Il film però non cavalca tali sotto trame che vengono usate solo come riempitivo ma c’è una possessione da portare avanti, dei segreti nascosti e una suora demoniaca che pian piano si insinua nel film e tra il pubblico.

Da questo punto di vista “The Nun II” non porta nulla di nuovo allo spettatore con una trama che non si sforza troppo e segue una struttura che segue i binari classici dell’horror esoterico. Ci sono i primi dettagli che solo alcuni personaggi notano, sparizioni misterioso e morti prevedibili per poi passare a una vera e propria indagine spiritica e arrivare allo scontro finale che ha il solito difetto di voler esagerare di effetti speciali puntando a essere spettacolare piuttosto che spaventoso.

Il pubblico a cui piace questo genere andrà sicuramente a vederlo e in quei (pochi) momenti di spavento troverà una buona motivazione per apprezzarlo. Chi vuole continuare il “Conjuring-verse” sarà quasi obbligato perché i riferimenti e collegamenti con gli altri film della saga ci sono e ben incastrati.


Andrea Arcuri