” La Zona d’Interesse” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 22 Febbraio 2024

2 Feb, 2024

Ecco, preparatevi a leggere una serie di considerazioni negative.

Comincio subito con il dire che dai titoli di coda si ricava l’informazione che la pellicola è #based_on un romanzo di Martin Amis che ha lo stesso titolo (testo che ho letto qualche anno fa, ndr). #Based_on non vuol dire che il libro dello scrittore appaia sullo schermo nella sua totalità, semmai dovrebbe trattarsi di una storia riadattata. Nel caso di questo specifico film, Amis non c’è!

C’è la stessa epoca, ci sono gli stessi luoghi e, grosso modo, le stesse circostanze visto che anche qui si parla di Auschwitz. Mancano però i personaggi di Amis e manca completamente la sua vicenda.

In cosa consiste, quindi, questo #based_on? Per me rimane una domanda senza risposta.

Da un punto di vista cinematografico la regia sceglie la #distanza per le inquadrature. E’ raro che la telecamera si soffermi su un primo piano. Questo, secondo me, non aiuta il pubblico ad affezionarsi ai personaggi, tant’è vero che alla fine non mi è rimasto impresso nessuno sguardo degli attori o delle attrici.

Un’altra scelta registica da sottolineare riguarda il fatto che solo in pochi casi uomini e donne compaiano insieme nella stessa scena. Sembra quasi che si voglia tenere distinti i due gruppi e che a questi sia vietato mescolarsi anche nei momenti più quotidiani.

Insomma, la regia crea questi sottotesti ma lascia le cose a metà perché non si capisce il senso con cui devono essere interpretati. Si vuole prendere la distanza da quello che si sta raccontando? Si vuole trasmettere un messaggio relativo alla mentalità patriarcale tedesca degli anni trenta/quaranta del secolo scorso? Chi può dirlo. Il film termina a un certo punto, né all’improvviso né con flemma, senza permettere di approfondire quelli che a monte potevano essere gli intenti del regista.

Ma c’è un’altra cosa che a mio parere manca, il #dramma.

Alla fine del film, ci si accorge che, quanto visto, non è altro che il prodromo di qualcosa che… Non si vedrà!

La sensazione che se ne ha, come già detto, è di #distanza (la stessa delle inquadrature?), di #freddezza (ambienti e situazioni sono molto asettici), vale a dire elementi che non aiutano ad entrare meglio nel film.

Mi stupisce che l’Academy gli abbia tributato ben cinque candidature agli Oscar (tra cui ‘miglior film’ e ‘miglior regia’).

Ho visto un altro film? Ditemi voi.

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling