“ Lift ” – Recensione. Su Netflix dal 12 Gennaio 2024

12 Gen, 2024

Una banda internazionale di rapinatori guidata da Cyrus Whitaker (Kevin Hart) cerca di sottrarre cinquecento milioni di dollari in oro dal passeggero di un aereo a dodicimila metri da terra.

Quando si parla di film tutti uguali, con la stessa impostazione, gli stessi personaggi e la parte tecnica e registica che sembra procedere in autonomia…”Lift” potrebbe benissimo essere preso come esempio classico da studiare. Dispiace dirlo ma questo film non ha nulla di originale diverso da tanti altri e si vedono le solite sequenze di posti esotici con scene in cui i personaggi hanno i loro momenti per brillare con un equilibrato mix tra parte action, distruzioni evitabili, comicità per stemperare la tensione e situazioni poco credibili.

Spesso poi si critica Netflix per produrre prodotti di questo genere e riempire il loro palinsesto con film di dubbia qualità senza troppa distinzione tra loro. Ancora una volta siamo nel perfetto caso da prendere come esempio che va ad alimentare tale convinzione come se l’intento fosse quello di avere un prodotto da vedere in sottofondo senza tanto interesse.

Inoltre possiamo dire con certezza che se il film fosse stato distribuito al cinema non molti avrebbero scelto di andarlo a vedere e quindi la sua distribuzione in un servizio streaming risulta l’unica possibile e accettabile. Anche in questo caso si parla di spreco perché il budget sembra importante, le immagini limpide mentre vediamo aerei che si distruggono e ampie visioni dei canali di Venezia. 

Potrebbe esserci solo un motivo per vedere “Lift”. L’intenzione di proporre l’attore Kevin Hart, solito ai ruoli comici per puro divertimento, come eroe serio e impostato è chiara e dichiarata. L’attore infatti nel film non pronuncia quasi mai una battuta simpatica, non dà libero sfogo alla sua comicità fisica come siamo abituati a vederlo e cerca in tutti i modi di convincerci che lui è il boss di questo gruppo di ladri. Ancora una volta siamo di fronte a qualcosa che non riesce nel suo intento e si fa fatica a vedere questo simpatico attore nelle vesti di un personaggio che poteva essere interpretato da tantissimi altri con più carisma e convinzione. E’ lodevole tale ricerca per aumentare il sentore popolare ed è capibile la voglia di Hart di cambiare genere ma sicuri che per farlo era necessario un prodotto così anonimo?

Andrea Arcuri