TATE MCRAE ” Think Later ” – Recensione. Disponibile in Vendita

16 Dic, 2023

Prodotto da Ryan Tedder (Taylor Swift, Beyoncé), “THINK LATER” è un album dalle forti sonorità pop. Dimostrando ancora una volta il suo talento vocale e la sua evoluzione come cantautrice, in questo nuovo lavoro Tate McRae esplora tematiche legate all’innamoramento e alle emozioni che ne derivano.

cut my hair ” è il primo brano dell’album ed è accompagnato da un videoclip promozionale che vede la cantante fissare un paio di forbici e nulla di più. Risulta quindi un veicolo per quello che Tate vuole dire e riesce a farlo attraverso un motivetto molto orecchiabile e decisamente armonico che ci introduce alla sua musica nel migliore dei modi. intro perfetto all’album perché introduce chi l’ascolta in una tipica e magnifica atmosfera anni’80 con sonorità che non si sentivano da tanto tempo ma che funziona ancora molto bene. Ecco arrivare ” greedy ” in cui Tate McRae si scatena in tutta la sua sensualità attraverso un video promozionale girato in un palazzetto del ghiaccio tra abbigliamento da hockey e qualcosa di meno. La canzone esprime tutta la carica di questa artista che mette in mostra non solo se stessa nel saper ballare con ottime coreografie ma anche nel saper creare musica & parole che si uniscono perfettamente e rimangono in testa di chi le ascolta. La successiva ” run for the hills ” è fortemente significativa nelle sue parole. Tate parla di una storia che non diventerà mai un noi in maniera molto profonda e intensa tanto da riuscire a trasmettere tutto questo in pochissimo tempo. Ancora un videoclip che questa volta mette la cantante da sola al centro con uno sfondo finto che scorre, immagini tanto semplici quanto significative che portano ad un turbine emotivo agitato ma molto ordinato. Tate continua nella sua scelta di regalare al suo pubblico canzoni molto corte accompagnate da videoclip semplici e diretti. ” hurt my feelings ” ne è un tipico esempio e mentre l’artista appiccica su un vetro trasparente dei ritagli di giornale ecco sentire la sua musica e le sue parole come se stessimo leggendo nel suo pensiero. Ne viene fuori uno scorcio diretto e molto intimo nei suoi pensieri anche se forse il fatto che sia corto non riesce davvero a fare breccia nel pubblico.  Arriva ” stay done ” che risulta una canzone molto lenta e realizzata con leggeri cori che accompagnano Tate e una canzone che suona armonica. La cantante si mette al centro della scena mentre cammina tranquilla in una strada di sera e guarda dritta la telecamera. Stupenda nella sua costruzione meno pop o scatenata del solito, Tate McRae dimostra che sa anche esprimersi in maniera differente e sa arrivare dritta al cuore del pubblico. 

Il prossimo brano ” grave ” vede l’artista in una casa semivuota mentre osserva quello che la circonda. L’effetto cromatico di questo ambiente è molto accurato e ricercato e sono da notare alcuni dettagli particolari. Intanto la parte musicale procede e senza che ce ne accorgiamo siamo li a canticchiare il ritornello che conquista in maniera ammaliante quasi onirica senza lasciarci più, neanche dopo la fine. Con la successiva ” exes ” siamo di fronte ad uno dei singoli promozionali più conosciuti di Tate McRae. Il videoclip che accompagna la canzone è un concentrato di sensualità ad ogni inquadratura e movimenti della cantante e di una moltitudine di corpi femminili che la circondano. Un video sfrontato per una canzone in cui emerge la voglia di far ballare chi l’ascolta grazie alla capacità di tenere un ritmo sempre uguale con momenti più o meno veloci ma che coglie perfettamente l’anima pop di Tate. Nella seguente “ we’re not alike ” vediamo due versioni di Tate McRae vestite come in alcuni dei video dell’album che dialogano tra loro sedute in una stanza con poco arredamento. E’ evidente il tentativo di far parlare differenti lati di sé per una canzone che però non riesce, come altre ascoltate prima, a conquistare del tutto come significato e nella parte strumentale. In ” calgary ” scende la neve sulla cantante in penombra durante una notte buia e fredda. Questo è quello che si vede nel videoclip mentre ascoltiamo una ballata romantica e quasi nostalgica fatta di momenti semplici dove il pianoforte è protagonista. Ora è il momento di ” messier ” in cui l’artista canta mentre è adagiata su un mucchio di vestiti ammucchiati. Quello su cui porre l’attenzione sono i fortissimi bassi della canzone che vanno ad aumentare pian piano per dare un senso forte d’impatto e decisamente ritmico al brano. Ne viene fuori qualcosa che è certamente ben ritmato unito ad una vocalità che si unisce alla perfezione.  

 

Ora è la volta di ” think later ” in cui scrutiamo la cantante dallo spioncino di una porta e non succede molto altro nel videoclip. La canzone ha sonorità rap con momenti di parlato e un suono molto ritmato e ciclico che la porta ad essere forse troppo ripetitiva e non dire molto altro se non il ritornello ridondante. ” guilty conscience ” è una ballata molto ben riuscita. Il videoclip come gli altri è semplice con l’artista illuminata dai fari di un’auto d’epoca ma la sonorità è ben realizzata e tutto si incastra alla perfezione nel riuscire a creare un motivetto che entra in testa molto facilmente e facile da canticchiare. In ” want that too ” Tate McRae è immersa nei suoi pensieri e il video la vede seduta da sola su degli scalini a pensare e condividere quello che gli passa per la testa. Una canzone leggera e molto semplice nella sua costruzione tecnica e sonora con piccole aggiunte ma dove è la componente cantante con il suo significato ad essere protagonista e vero centro emotivo. L’ultimo brano dell’album ” plastic palm trees ” risulta simile, forse anche troppo alla canzone precedente. Sia nel videoclip statico sia nella parte musicale con l’unica differenza che è leggermente più movimentata e la chitarra suona con un giro di note davvero struggente.     

Tracklist :

 

1. cut my hair
2. greedy
3. run for the hills
4. hurt my feelings
5. stay done
6. grave
7. exes
8. we’re not alike
9. calgary
10. messier
11. think later
12. guilty conscience
13. want that too
14. plastic palm trees

 

Andrea Arcuri