” FERRARI ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 14 Dicembre 2023

13 Dic, 2023

E’ inutile.

Dai agli americani (non #TUTTI, ma #CERTI americani sì) un giocattolo bello e quelli, invece di usarlo a modo, lo smontano e lo rimettono insieme in un modo diverso rispetto al modello di partenza.

E’ il caso di tutto l’#epos riguardante Enzo Ferrari.

Si comincia con le prime scene (una specie di sigla) realizzate in un bianco e nero evocativi per poi passare alla realtà della narrazione cinematografica (a colori). Ancor prima che succeda qualsiasi cosa affiora il sentore del ricostruito a tavolino e non la spontaneità di qualcosa fatto nascere a partire dal di dentro. Che piaccia o no, la vita di Ferrari è un poema epico di cinquecento canti minimo. Qui il regista ne presenta solo cinquanta.

Mi ha stupito un dettaglio della versione originale. Adam Driver, Penelope Cruz e comunque molti altri, recitavano in uno strano inglese. Sembravano attori italiani mediocri costretti a recitare in una lingua a loro poco consona. Un’altra cosa decisamente stridente (tipica di quel #certo gusto americano) è stata il condire il film con piccolissime battute in italiano, sparse qua e là. Tutto questo, però, ha avuto nell’insieme un sapore di neorealismo di ritorno assai anacronistico.

I #CERTI_americani, poi, si distinguono lasciando come marchio di fabbrica la spettacolarizzazione di certi incidenti automobilistici che già nella realtà erano stati abbastanza devastanti.

Driver nella parte di Ferrari non mi emoziona. Il trucco non aiuta a ‘sentire’ meglio il suo personaggio per il quale lo stesso attore non mi sembra portato. Non mi ha fatto impazzire nemmeno Cruz nella parte della moglie per quanto fosse comunque meglio.

Insomma un biopic che non soddisfa nemmeno nei titoli di coda, quando per completare le parti mancanti vengono fornite informazioni parziali su come vanno a finire alcuni episodi che il film lascia in sospeso.

Dal punto di vista estetico salverei solo la fotografia. I colori appaiono con una lucentezza diversa, quasi che ci fosse un leggero #filtro_seppia a mescolarsi con i colori naturali.

Per il resto, boh.

Enrico Redaelli per Globalstorytelling