THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW – The opening night. Recensione spettacolo al Teatro degli Arcimboldi

30 Nov, 2023

The Rocky Horror è vivo e ha voglia di scalciare ancora.

Una dimostrazione di questo è stata dalla prima che si è svolta l’altra sera, 28 novembre, al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Normalmente, in occasione di spettacoli in lingua straniera, si tende ad italianizzare non solo il recitativo, ma anche i testi delle canzoni con risultati che a volte sono un po’ di dubbio gusto.

Nel caso della prima, il problema non si è affatto posto perché lo spettacolo è stato messo in scena da una compagnia anglo-americana che era in tournée appositamente in Italia.

Non è questa la circostanza nella quale è opportuno fare paragoni con il film. Occorre invece mettersi in testa che il linguaggio del Teatro e quello del Cinema viaggiano spesso su percorsi paralleli che raramente si incontrano perché hanno poco in comune.

Per quanto concerne quanto visto all’Arcimboldi, non si può dire assolutamente nulla di negativo sull’insieme. E’ stato un mix di ritmo, colori, suoni e costumi sgargianti che hanno attirato l’attenzione al cento per cento.

Se l’occhio ha voluto la sua parte, anche le orecchie si sono trovate con le aspettative soddisfatte grazie alla musica e all’impasto vocali delle voci di tutto il cast. Va aggiunto che queste voci cantavano su basi eseguite dal vivo da un gruppo orchestrale presente in una parte nascosta del palco. A me personalmente sono piaciute molto le tonalità espresse da Stephen Webb (nella parte di Frank), mentre invece, per quanto bravo e dotato di una notevole presenza scenica, Ben Westhead (nella parte di Rocky) mi è sembrato un po’ meno travolgente nella sua performance anche se è stato acclamatissimo dal pubblico soprattutto durante la famosissima “Sweet Transvestite”. Un altro momento in cui il teatro è letteralmente crollato è stato quando tutto il cast è stato coinvolto in “Time warp” altro brano cult del film.

Per chi non lo sapesse, la storia della pellicola ha creato fin dagli inizi un fan club trasversale che ha raccolto seguaci a varie latitudini, in quanto i personaggi della storia sono risultati da subito iconici in tutto il mondo, a vario livello. Dico questo perché alla prima, tra gli spettatori, era possibile osservare una grossa fetta di persone che ha assistito esibendo abbigliamento fortemente ispirato al contesto di questa famosa opera rock/musical. Questo gruppo di ‘aficionados’ ha accompagnato parte delle canzoni con coreografie improvvisate, così come con simpatici controcanti. Per cui, si è trattato di uno spettacolo nello spettacolo che ha infuso un’ulteriore dose di vivacità alla performance degli attori.

Sono passati cinquant’anni e la messinscena realizzata per commemorare questo compleanno ha fatto comprendere che, per quanto i tempi siano notevolmente cambiati, la componente trasgressiva e graffiante non ha perso il suo mordente.

Enrico Readelli per GlobalStoryTelling