” Non ci Resta che il Crimine – La Serie ” . Recensione in Anteprima e Conferenza Stampa. Dall’1 dicembre su Sky e NOW.

28 Nov, 2023

Moreno (Giallini), Giuseppe (Tognazzi) e Claudio (Morelli) si trovano di nuovo riuniti, stavolta per un’avventura nel 1970. Dopo aver scoperto di essere stato adottato, Giuseppe decide di cercare la sua vera madre e viaggia nel passato ma nel ritrovarla commettere un grave errore salvandola da un attentato, finisce per modificare il passato, e quindi anche il presente: ora l’Italia di oggi è diventata una dittatura fascista, e bisognerà tornare di nuovo indietro per rimettere le cose a posto.

Nel corso della conferenza stampa erano presenti cast e crew e in apertura Gianmarco Tognazzi dichiara subito: “È stato bello ritrovare questo branco di pazzi. Nella serie abbiamo approfondito i personaggi. Io amo cambiare, invece ho scoperto che continuare a interpretare un personaggio ti permette di esplorare vari aspetti. Grazie a Massimiliano sono tornato in uno dei periodi storici che adoro di più”. Poco dopo Marco Giallini fornisce un suo personale ricordo di quel periodo “Che ricordo ho degli anni Settanta? Ero adolescente, ma ricordo in particolare mio padre che va a prendere la stoffa per farmi il vestito della cresima. C’era un sarto, presumo ebreo, che prendeva questa stoffa verde oliva. Poi si sentono dei colpi di arma da fuoco e chiudono le saracinesche. Siamo rimasti chiusi dentro un’ora. È un’immagine emblematica del periodo”. LA parola poi è passata al regista Massimiliano Bruno “La scelta è ricaduta su quel periodo per prendere in esame il fallito golpe di Borghese di Junio Valerio Borghese e lo abbiamo usato come il nostro ‘what if’, ovvero ‘cosa sarebbe successo se’. Qui è stato una farsa ma noi ci chiediamo cosa sarebbe successo se fosse andato bene, ma ha ispirato dei golpe riusciti in Sudamerica. Ci è sembrata una bellissima metafora per raccontare uno spauracchio di oggi: un passo troppo a destra potrebbe portare alla mancanza di libertà. Bisogna sempre stare attenti su questo“.

 

 

La serie riprende da dove l’ultimo film aveva lasciato i nostri personaggi e crea  ad ognuno di loro una situazione più o meno drammatica o divertente da risolvere. La prima puntata è un perfetto intro che ci butta vorticosamente nei loro problemi e pensieri per poi scaraventarci con forza negli anni ’70 tra discorsi filosofici, feste a base di droghe leggere e l’immancabile partita di calcio della nazionale. E’ un inizio veloce che non perde tempo dove viene fuori una regia dinamica e una narrazione fulminea tra contesti e personaggi nuovi e ritrovati. Qualcuno potrebbe dire anche troppo, c’è talmente tanto materiale che un po’ viene perso per strada e non si riesce a focalizzare un evento o un viso nuovo che già siamo al passaggio successivo.  

In tutto questo ognuno ha il suo momento per brillare e lo stile comico e recitativo degli attori viene fuori molto bene. La capacità di Massimiliano Bruno come regista è quella di creare un finto disordine ed una esagerazione di toni e temi pur sapendo dare il giusto spazio a tutti quanti. Per poi ordinare la parte più narrativa degli eventi c’è sicuramente tempo negli episodi successivi. 

 

Andrea Arcuri