SOLARCYCLES – ” Lunar “. Recensione. Disponibile in Vendita

4 Nov, 2023

” Lunar ” è un accattivante viaggio musicale della band Solarcycles. Questa creazione folk metal sinfonica intreccia melodie intricate, riff di chitarra heavy metal e voci potenti ma toccanti per creare un’affascinante fusione di emozioni, spiritualità e riflessione sociale. “LUNAR” invita gli ascoltatori a trascendere in un luogo magico di accettazione dove tutto è coerente.

Nature’s Blessing ” è una bellissima e lunga introduzione di quest’album composta da una componente strumentale magnetica per poi iniziare con le strofe. La voce soave della cantante conquista e porta l’ascoltatore in un mondo fatato mentre alcuni suoni che si ripetono risultano quasi ipnotici. La canzone continua per oltre sei minuti con un’ottima tenuta su tutti gli aspetti anche grazie ad alcune modifiche di tono, assoli di chitarra e altre divagazioni fatte di momenti lirici o più forti lungo il percorso. Ecco arrivare ” Raven’s Call  ” accompagnata da un videoclip ambientato nel cuore di una foresta dove il gruppo suona e canta questa bellissima canzone. L’ambientazione è perfetta per dare libero sfogo ad un sound mistico e magnetico che certo non punta su una componente particolarmente orecchiabile creando un motivetto di facile uso-e-consumo ma quello che si ascolta sono suoni e parole che entrano sotto la pelle per restarci a lungo. La successiva ” Ode to the Forest  ” risulta più ritmata e veloce rispetto la precedente e da subito il suo sound è travolgente e forte nell’esecuzione. Non dimentica di farci sentire lo stile del gruppo ma è pieno di cambi di velocità e di stili differenti che ascoltiamo con piacere lungo il suo percorso. si alternano momenti di assoli, divagazioni sonore dal forte impatto intimo con altri in cui la cantante ci conquista con la sua voce soave ma energica.  

Arriva ” Immeasurable Fog ” e sembra di iniziare un viaggio verso lande desolate piene di avventura. La canzone ha un andamento lento e cadenzato da una sonorità leggera e magnetica. Pian piano però il tono si fa più incisivo e mentre le chitarra vanno di assoli forti e graffianti e il ritmo diventa più incalzante e tutto diventa ancor più avvolgente e penetrante nella parte dell’anima più profonda. Una canzone che mette in mostra le doti canore di Kyrah in tutto il suo magnifico splendore Il prossimo brano ” Moonlit Fields ” è caratterizzato dall’essere piena di stili differenti che cercano di coesistere insieme . In parte ci riesce ma è inevitabile che spezzare continuamente il ritmo e cambiare genere al suo interno possa non piacere e non conquistare del tutto il pubblico. Se però viene ascoltata come una forma quasi sperimentale che il gruppo ha voluto incidere ,allora si potrà accettarla e apprezzarla molto meglio. Della successiva ” Rivers of Light ” bisogna ascoltare con molta attenzione la parte strumentale che trasporta la canzone verso dimensioni quasi ultraterrene per la loro forza e potenza. Il cantato risulta quasi in secondo piano e offuscato rispetto al resto ma rimane in ogni caso ben eseguito e capace di dare un valore aggiunto all’esecuzione. Siamo arrivati a “ Moonblind ” e le tastiere creano da subito un motivetto che si ripete e rimane in testa. tutto suona all’unisono e si viene a creare una magnifica atmosfera che tiene perfettamente con l’aggiunta di una perfetta componente cantata energica e graffiante che rendono questa una delle canzoni più orecchiabili dell’album. 

 

In ” Wrath of the Sea ” si crea da subito qualcosa di ipnotico e magnetico a livello sonoro e il sentore di una viaggio nel mare. L’intento è quello di circondare l’ascoltare con un suono che lo trasporti nelle profondità di un viaggio mistico, pericoloso ma anche calmante e il fatto che buona parte della canzone sia solo strumentale riesce benissimo in questo intento. Siamo quasi alla fine ma c’è ancora tempo per ” Bind the Circle ” e siamo così ad ascoltare una delle canzoni più armoniche di quest’album. Si crea così un andamento orecchiabile e molto preciso nella sua esecuzione che entra in testa facilmente senza particolari cambi di registro se non con un momento di assolo nella parte centrale. L’ultimo brano che propone il gruppo è ” Grows Then Dies ” scelto come singolo promozionale e accompagnato da un videoclip. Siamo in una lugubre foresta dove la cantante Sascha ci ammalia tra controluce e sguardi languidi carichi di drammatico trasporto. L’atmosfera è  fortemente emotiva e la musica accompagna il tutto tra scariche di adrenalina di riff di chitarra ed esecuzioni di violino appena accennati ma importanti. Il videoclip è molto suggestivo e fortemente significativo nel suo voler essere simbolico mentre la canzone chiude l’album in maniera perfetta confermando la voglia di gruppo di trasmettere sensazioni mistiche e simboliche.      

Tracklist:

Nature’s Blessing

Raven’s Call

Ode to the Forest

Immeasurable Fog

Moonlit Fields

Rivers of Light

Moonblind

Wrath of the Sea

Bind the Circle

Grows Then Dies


SOLARCYCLES:


Ralf IJsbrandij (Drums)

Silvana Jirka (Violin)

Sascha van der Meer (Lead vocals and bass guitar)

Iwan IJsbrandij (Guitar and backing vocals)

Frank Timmerman (Keys)


Andrea Arcuri