” Killers of the Flower Moon ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 19 Ottobre 2023

11 Ott, 2023

All’inizio del XX secolo la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Tratto dal celebre, omonimo, best seller di David Grann, Killers of the Flower Moon il film vede protagonisti  Robert De Niro, Leonardo DiCaprio e Lily Gladstone.

Martin Scorsese questa volta parla dell’eredità mortale dei peccati coloniali dell’America attraverso un racconto intimo per poi estenderlo alla sua massima portata con discorsi politici e moralistici. Il regista si prende il suo tempo e solo così facendo riesce a trasmettere la complessità della storia, del contesto storico e dei personaggi messi in scena. Insegna, ancora una volta alla veneranda età di 80 anni, che l’unico modo per raccontare qualcosa in maniera adeguata ci vuole tempo e quindi il suo monumentale film da circa tre ore e trenta minuti, trova giustificazione per ogni singolo fotogramma. 

Tra le caratteristiche principali si nota il fatto come ogni sentimenti quali l’innamoramento tra i due protagonisti e una lealtà distolta tra famiglie, abbia una lenta discesa andando a sfruttare ogni aspetto quali lo sfruttamento, i sotterfugi e tradimento di questi personaggi. Rimane così un affresco sconcertante riguardo quello che è successo e di come la situazione sia degenerata sotto gli occhi di tutti. Scorsese mette tutto in fila senza sbavature tra Robert De Niro machiavellico che tira le fila di questa matassa, Lily Gladstone imperturbabile nelle sue espressioni e Leonardo Di Caprio in un insolito ruolo da uomo manipolato, in balia delle persone che lo vogliono tirare a proprio piacimento. Inoltre il regista ci parla ancora di un’America che in maniera naturale si spinge alla criminalità organizzata come fatto in altre occasioni.

Martin Scorsese continua ad avere la capacità di creare tensione insinuando il disagio con tutti i mezzi possibili a livello tecnico quali le inquadrature e le musiche usate in maniera eccellente e tiene alta la tensione per tutta la durata del film. Se ci fosse lungo il percorso momenti di stanca sono legati ad una propria preferenza personale di contesti. C’è a chi potrebbe non interessare la parte d’indagine dell’ultima mezz’ora oppure le divagazioni culturali degli Osage. Ancora una volta non si può che osannare il regista nel riuscire a fare Cinema a livello altissimo e di come il sistema e le nuove generazioni dovrebbero prendere spunto da lui.

Andrea Arcuri