“Chupa” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 7 Aprile 2023

7 Apr, 2023

Durante una visita alla sua famiglia in Messico, l’adolescente Alex trova un compagno improbabile quando scopre un giovane chupacabra nascosto nel capanno di suo nonno. Per salvare la mitica creatura, Alex e i suoi cugini devono intraprendere l’avventura di una vita.


Basta prendere i soliti clichè di film di formazione per ragazzi per descrivere “Chupa”. Il giovane Alex si ritrova in Messico, un mondo con una cultura nuova per lui dove conoscerà alcuni cugini della sua stessa età e il nonno ma soprattutto entrerà in contatto con il mondo della Lucha Libre, uno stile di combattimento molto in voga in quelle terre. Questi sono tutti espedienti per far progredire la storia in maniera classica seguendo i soliti schemi tra amicizie, parenti un po’ scorbutici e soliti clichè riguardo il contesto scelto.


Certamente poi al centro di tutto c’è Chupa, un cucciolo di chupacabra una razza leggendaria tipica del Messico che si dice si aggiri di notte a cibarsi soprattutto di bestiame quali ad esempio le capre. In verità negli anni questo animale è stato rappresentato in maniera molto minacciosa come una specie di coyote che riesce anche a stare su due zampe. In questo film invece è una specie di gatto selvatico con delle ali e in particolare Alex viene in contatto con un cucciolo che si ritrova lontano dalla famiglia e braccato dai bracconieri. 


Tutto regolare e tutto pressoché insipido e noioso che si porta avanti solo per coloro che rimangono incuriositi da questa storia ma che poco dopo il suo incipit capiranno in che direzione vuole andare.


Il regista è Jonàs Cuaròn, figlio del più famoso Alfonso Cuaròn e che ha lavorato come sceneggiatore/montatore/direttore della fotografia in alcuni film del padre e altri da lui stesso girati. Jonàs al momento non ha creato nulla di cosi memorabile se non aver firmato la sceneggiatura di “Gravity” diretta dal padre. Possiamo dire che Jonas sta ancora cercando una sua strada e livello di regia ma “Chupa” rimane un’occasione per conoscere alcuni must del Messico e nulla di più.

 

Andrea Arcuri