“Emancipation” – Recensione in Anteprima. Disponibile su AppleTV+ dal 9 Dicembre 2022. 

7 Dic, 2022

Peter (Will Smith) è un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini, nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù. 

Non c’è nessun dubbio riguardo l’importante a livello storico di quello che racconta il film e che tale storia merita di essere conosciuta. Ci si aspettava molto dal ritorno di Will Smith che, al di là di argomenti polemici di cui non ci vogliamo occupare, rimane un grande attore capace di prove di prim’ordine sia a livello drammatico sia come uomo d’azione o nelle commedie. Il regista Antoine Fuqua ha diretto film di enorme successo con un occhio e uno stile capace soprattutto nel genere action. 

 

Eppure qualcosa non ha funzionato nella messa in scena di questa grande storia di schiavitù.

 

Forse senza rendercene conto ci facciamo suggestionare da un discorso polemico legato al fatto che il produttore del film ha portato la foto del vero “Peter il fustigato” alla prima del film e per molti è stato un gesto inappropriato con alle spalle motivazioni di marketing. Magari il pubblico non è ancora pronto a dimenticare e perdonare quello che Will Smith ha fatto durante gli ultimi Oscar e Antoine Fuqua ha certo diretto ottimi film ma proprio gli ultimi risultano essere i più… dimenticabili. 

 

Al di là di questo però “Emancipation” e cercando davvero di avere un’opinione critica, al film manca di centrale il suo punto legato alla schiavitù perché glorifica troppo “il” personaggio lasciando troppo in disparte quello che è la storia e l’oppressione di un popolo. Fuqua è ancora capace di portare in scena un film dagli effetti scenici imponenti grazie a movimenti di macchina precisi e altisonanti come se fosse un blockbuster. Non bisogna però essere troppo indulgenti verso un film solo perché racconta un fatto importante e moralmente impegnato, come appunto la schiavitù, evitando di far notare i suoi difetti nella messa in opera. Lo stesso Peter per quanto usato come mezzo eroico per un popolo, non risulta essere quel simbolo di ispirazione che dovrebbe invece apparire nel film. I bei momenti a livello scenico e tecnico con delle riprese artisticamente affascinanti non sono abbastanza per farci rimanere impressionati al di là di un mero effetto mainstream.  

 

 Andrea Arcuri