Roo Powell , sostenitrice dell’infanzia e fondatrice di “Safe from Online Sex Abuse” cerca di identificare alcuni dei predatori di bambini più pericolosi di Internet. La serie segue il suo team in tempo reale mentre lei, 38enne madre di tre figli, si trasforma in un’adolescente e cerca di farsi adescare da uomini adulti. È una corsa contro il tempo per identificare i sospetti prima che scoprano che la stessa Powell non è chi afferma di essere. La docuserie cerca di fornire informazioni su come funziona SOSA per rintracciare con successo alcuni dei predatori di bambini più pericolosi di Internet.
Non c’è nessun dubbio che il primo episodio risulta essere di forte impatto su moltpelici aspetti ed è realizzato, montato e costruito in maniera decisamente accattivante. Sebbene il materiale e l’intenzione siano decisamente molto forti perché piene dai tantissimi spunti etici e morali, si percepisce una forte drammatizzazione di tutto il contesto. La musica d’effetto sempre presente, il ribadire graficamente certi messaggi espliciti sullo schermo, i momenti di tensione sottolineati dai vari personaggi sono tutti espedienti per aumentare l’intrattenimento puntando sull’ansia, la paura e l’imprevedibilità in questo genere di docu-serie.
Bisogna precisare e ribadire che le intenzioni di Roo Powell e della sua organizzazione sono ammirevoli, molto serie e davvero importanti. Solo per questo bisognerebbe far vedere questa serie nelle scuole e parlare di più del rischio di minorenni di essere adescati online da sconosciuti più grandi.
Il limite della serie è tutto legato alla sua messa in opera troppo pretestuosa. Per attirare maggiormente il pubblico si punta sull’esagerazione ma a lungo andare l’eccessiva carico di emozioni forti che si vuole trasmettere perdono di forza perché decisamente costruite e forzate.
In ogni caso possiamo vedere nuovi casi con un totale di sei puntate che compongono la prima stagione in attesa delle nuove visto che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
Andrea Arcuri
