ALESTORM – Recensione “Seventh Rum of a Seventh Rum”. Disponibile in vendita

3 Lug, 2022

La band ha trascorso due anni durante il lockdown scrivendo il nuovo album appena uscito che risulta essere il più epico e “serio” che si sia mai sentito. Dal coro sinfonico “Magellan’s Expedition” che racconta la storia della storica circumnavigazione della terra di Ferdinando Magellano nel 1522, al travolgente inno “Under Blackened Banners” che presenta intensi riff tecnici e squisiti duelli solisti, “Seventh Rum of a Seventh Rum” è un vero e proprio ritorno alle origini per il gruppo senza dimenticare di accontentare anche i fan più moderni del gruppo. Ancora una volta la band è affiancata da tutta una serie di musicisti ospiti, comprese le ripetute apparizioni della ghironda di Patty Gurdy , la voce del Capitano Yarrface di Rumahoy , il violino di Ally Storch di Subway To Sally , maestosi cori di Hellscore , più alcuni familiari vocalist spagnoli e giapponesi nella puntata finale di “Wooden Leg”Saga. 

Si comincia subito con uno dei singoli promozionali pubblicati finora cioè ” Magellan’s Expedition ” che ci introduce nella tipica sonorità divertente, allegra, scanzonata e fortemente rock del gruppo. Sebbene non sembra essere una delle canzoni più armoniche dell’album, questo primo brano possiede un ritornello vibrante e accattivante che viene poi impreziosito da una seconda parte affidata a dei bellissimi archi. Anche la successiva ” The Battle of Cape Fear River ” è uscita come singolo e il videoclip che l’accompagna ha un piglio più goliardico e giocoso. La canzone ha un ritmo che trasporta soprattutto grazie ad una musica di fondo perfettamente arrangiata con le parti cantati che risultano armoniche sia nelle strofe sia nel ritornello. Sicuramente qui il gruppo da libero sfogo alla fantasia regalando una delle loro migliori creazioni che siamo sicuri diventerà un classico del futuro. ” Cannonball ” è una ballata coinvolgente fin da subito piena di cori da cantare in compagnia e con un boccale di birra in mano. Il ritmo è incalzante, pieno di cambi di stile che si amalgamano perfettamente e si uniscono creando un divertente mix di genere che conquista e impazza anche nei momenti di assolo musicale. Un’altra canzone uscita come singolo promozionale è ” P.A.R.T.Y. ” insieme al suo videoclip animato risulta essere tra le più divertenti, ritmate, armoniche e simpatiche dell’album e forse dell’intera carriera del gruppo. Non potrete ascoltare questa canzone senza ridere e senza scatenarvi al ritmo della musica cantando ritornello e le varie strofe che dopo un paio di ascolti saprete a memoria. 

Under Blackened Banners ” ha un incipit molto epico e altisonante e la canzone pone al suo centro la componente musicale piuttosto che quella vocale. E’ proprio il ritmo di chitarre, batterie e altri strumenti a dettare il tono della canzone e portarla avanti con il cantato che ci si adagia perfettamente. Infatti sono numerosi i vari assoli lungo la canzone tra riff di chitarra, giri di batteria velocissimi e tastiere che creano dipendenza. La seguente ” Magyarország ” inizia col botto per poi rallentare a livello musicale e permettere di ascoltare una lunga strofa cantata da Christopher Bowes a cui poi si aggiungono il resto del gruppo. La canzone ha un ritmo che entra in testa davvero coinvolgente ma in questo caso è la parte cantata che ha la funzione di trascinare e conquistare. Inizia con un tono spensierato ” Seventh Rum of a Seventh Rum ” altra canzone scelta come singolo promozionale. Ha uno stampo più classico con cadenza regolare e abbastanza precisa nella sua forma. Sicuramente è un ottima canzone che però non possiede, a differenza delle altre, quel piglio che entra in testa da subito in testa. 

E’ tempo di ” Bite the Hook Hand that Feeds ” che impazza con la chitarra e la batteria senza lasciare un attimo di respiro. Con l’aggiunta del resto degli strumenti e della voce di Bowes si capisce subito che siamo di fronte ad una delle più veloci dell’album. Non accenna a rallentare neanche un attimo nella sua corsa lunga poco più di quattro minuti davvero intensi. La successiva “ Return to Tortuga ” è caratterizzata da una vocalità volutamente ironica , divertente e divertita. La parte musicale è decisamente potente e molto ritmica con la caratteristica di far venir voglia di ballare e scatenarsi tutti insieme. inoltre mette a dura prova le gambe perché pian piano che avanza aumenta la propria velocità di esecuzione e si arriva alla fine decisamente stremati ma molto molto felici.  Se la precedente vi sembrava veloce, con ” Come to Brazil ” vi ricrederete! Ancora più veloce, ancora più furia che impazza in continua evoluzione e progressione per la canzone più corta di questo lavoro. Il gruppo decide di spingere sull’acceleratore riuscendo a tenere ben saldo il timone per un’esecuzione perfetta su tutti i punti di vista. Siamo alla fine con ” Wooden Leg (Part III) ” e il gruppo decide di chiudere con una ballata che inizia soave e romantica, molto orecchiabile e dal tocco tanto leggero quanto deciso. viene voglia di ballare in modo sconnesso in compagnia ma anche di realizzarne un ballo a due in una serata di gala grazie al suo tocco nostalgico ed elegante. Un bellissimo modo per concludere questo lavoro che conferma ancora una volta la capacità del gruppo di saper gestire toni e ritmi differenti, stili e figure musicali a volte in contrasto riuscendo ad emozionare, divertire il tutto con un rock potente e mai banale. 

Tracklist:

  1. Magellan’s Expedition
    2. The Battle of Cape Fear River
    3. Cannonball
    4. P.A.R.T.Y.
    5. Under Blackened Banners
    6. Magyarország
    7. Seventh Rum of a Seventh Rum
    8. Bite the Hook Hand that Feeds
    9. Return to Tortuga
    10. Come to Brazil
    11. Wooden Leg (Part III)

     

    ALESTORM sono:

    Christopher Bowes – voce, keytar                                    Gareth Murdock – basso
    Mate Bodor – chitarra
    Peter Alcorn – batteria
    Elliot Vernon – tastiera

     

    Andrea Arcuri