“First Kill” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 10 giugno 2022

10 Giu, 2022

“First Kill” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 10 giugno 2022

Quando è il momento per Juliette, vampira adolescente, di compiere la sua prima uccisione in modo da poter prendere il proprio posto nella sua potente famiglia di vampiri, la sua attenzione sarà attirata da Calliope, la nuova arrivata in città che ben presto scoprirà essere una cacciatrice di vampiri. Entrambe scoprono che la propria avversaria non sarà così facile da uccidere e, sfortunatamente, si renderanno conto di starsi innamorando l’una dell’altra.

Sono tantissimi gli autori letterari, solitamente donne che dopo il fenomeno “Twilight” hanno cominciato a scrivere saghe riguardo vampiri, cacciatori di mostri, umani e licantropi con una componente horror ma soprattutto puntato alla parte romantica. E’ evidente che si cerca di riproporre la trama di Romeo & Giulietta dove le famiglie sono in forte contrapposizione e c’è sempre una coppia che cerca di formarsi contro il volere di tutti quanti. 

Il desiderio di questi autori è non solo creare un mondo che possa appassionare milioni di fan e pubblicare libri, saghe e spin-off ma anche riuscire a portare la propria storia sul grande schermo cosi da avere ancora più successo e farsi conoscere ad un pubblico ancora più vasto. Sfortunatamente tali storie risultano troppo simili tra loro e con poche caratteristiche che possano differenziarli; nessuno gliene fà una colpa ma sfortunatamente questo porta alla realizzazione di prodotti che sono destinati ad essere solo dei flop dimenticabili e senza gran futuro.   

“First Kill” inciampa su moltissimi difetti di messa in scena con l’aggravante che l’unica novità che vuole portare in questo genere è il fatto che i due amanti sono costituiti da due donne. Gli effetti speciali sono approssimati e mal realizzati visto il basso budget a disposizione e per fortuna occupano poco spazio nella narrazione. La recitazione è didascalica e nessuno degli attori scelti riesce a distinguersi più di tanto colpa quasi tutta da attribuire a dialoghi che si sono già sentiti più o meno uguali in altri film di stile yong-adult.I difetti maggiori sono legati ai vari clichè proposti. La famiglia dei vampiri è altolocata e aristocratica e quasi tutta composta da donne che certo in abito da sera aumentano l’estetica quasi fossimo in una puntata di “Desperate Housewives” ma gli uomini? Non se ne vede quasi per niente l’ombra e lasciati troppo in disparte. I cacciatori sono tutti di origine afroamericana, troppo smaccata come distinzione creando un solco netto tra le due fazioni come se i personaggi non avessero sfumature di intenti e caratteriali. 

 
Andrea Arcuri