“Finale a Sorpresa” – Recensione in Anteprima. Al cinema dal 21 Aprile 2022

17 Apr, 2022

“Finale a Sorpresa” – Recensione in Anteprima. Al cinema dal 21 Aprile 2022

Quanti, spesso, si proclamano esperti di cinematografia citando firme sia del passato sia del presente, aggiungendo anche quegli aspetti specifici che riguardano ciascun regista che nominano. Alcuni di questi lo fanno solo per il gusto di mettersi sul piedistallo e farsi guardare perché fa #chic citare un regista piuttosto che un altro. Altri invece si rivelano più sinceri dimostrando con le loro conoscenze approfondite di essere effettivamente assidui frequentatori delle sale.

Ma entrambi i gruppi non possono prescindere da un film come questo, da inserire tra quelli che dovrebbero essere imposti nelle scuole di cinema per quanti aspirano ad una carriera dietro la macchina da presa.

“Finale a sorpresa” (“Official Competition” in originale, titolo molto più sul pezzo rispetto alla traduzione italiana) è un’opera che indaga sui meccanismi del cinema soprattutto quello d’autore, mettendo in mostra quel ‘dietro le quinte’ che molto spesso rimane ignoto al pubblico. Quest’ultimo vede il prodotto finito, senza sapere quali siano state le tappe che hanno condotto alla sua realizzazione. Nell’effettuare questa analisi ‘sui generis’, i due registi (forse poco noti ai più, ma già vincitori di diversi premi a livello internazionale) decidono di caratterizzare la loro trama con punte di surrealismo allo scopo di creare una serie di corto circuiti che garantiscono corpose dosi di comicità.

E’ un documentario? E’ una docu-inchiesta? E’ un regista che racconta in maniera didascalica una sua precisa esperienza? Niente di tutto questo.

E’ un film, con una sua storia e con i suoi personaggi.

Nel plot, Duprat e Cohn giocano tutto sul rapporto triangolare tra Cruz da una parte (regista affermata, nota per le sue scelte radicali) con Banderas e Martinez dall’altra parte (entrambi grandissimi attori, dotati di un ego smisurato).

Da queste premesse poteva scaturire una sceneggiatura ovvia e prevedibile. La realizzazione, invece, sottolinea come vengano presi di mira certi intellettualismi e come -nella storia- la rivalità non riguardi solo Banderas e Martinez ma anche Cruz che deve avere a che fare con questi due mostri sacri.

“Finale a sorpresa” attinge qualcosa dalla lezione di Almodovar pur distaccandosene; attinge qualcosa dal teatro per la tempistica di certe scene e per certe simmetrie o giochi di specchi all’interno di alcuni ‘quadri’. Inoltre, è un film che non lascia nulla al caso, anche a livello di dettagli estetici . Da vedere senza alcun tipo di riserva.

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling