“Il Natale della Discordia” – Recensione in Anteprima. Disponibile su AppleTV dal 26 Novembre 2021

20 Nov, 2021

“Il Natale della Discordia” – Recensione in Anteprima. Disponibile su AppleTV dal 26 Novembre 2021

Un quartiere dell’Idaho del Nord viene sconvolto dall’ossessione di Jeremy Morris per il Natale. Il piano dell’uomo, avvocato di professione, subisce però un intoppo quando l’associazione dei proprietari di casa del vicinato (HOA) lo informa che l’evento viola le regole del quartiere. Parte così una pura escalation di situazioni fino a sfociare in minacce e dispute legali.  

Il documentario si propone come un film per festeggiare il Natale ma bisogna precisare che è diverso dai tipici film di questo gioioso periodo quindi non bisogna aspettarsi buoni sentimenti e allegria. Il film vuole far riflettere in maniera differente dal solito sul significato di avere delle divergenze e l’importanza di portare avanti le proprie idee. 

Per comprendere tutto questo bisogna raccontare i fatti messi in scena in maniera dettagliata.  

Era il 2015 e Jeremy Morris  aveva pianificato di invitare i suoi vicini a vedere le sue luci, mangiare zucchero filato e cioccolata calda e raccogliere fondi per alcune fondazioni benefiche. Nel giro di pochi giorni aveva la conferma di partecipazione di 917 famiglie. A questo punto Morris si è mosso per creare una festa davvero indimenticabile contattando una donna che possedeva un cammello, reclutando dei ragazzi per cantare e radunando un esercito di volontari. La festa è durata otto notti raccogliendo migliaia di dollari per i bambini malati di cancro ma anche molte lamentele da parte dei vicini di casa. Per Morris era solo l’inizio e con il desiderio di avere una casa più grande e senza vicini lamentosi decide di trasferirsi nel West Hayden Estates. Per evitare problemi chiama Jennifer Scott, allora presidente della West Hayden Estates Homeowners Association (HOA) per informarla del desiderio di realizzare una grande festa per Natale. Il risultato è una lettera che Morris riceve nel gennaio 2015 che lo informa del fatto che il consiglio non vuole scoraggiare la sua entrare nel loro “grande quartiere”, ma lo avverte anche del potenziale che potrebbe crearsi per “costose controversie” se decide di portare avanti il suo spettacolo di luci. Risulta forte ed esplicita la preoccupazione che tale spettacolo possa riempire il quartiere di “centinaia di persone e possibili indesiderabili”. In una precedente bozza venivano usati appellativi più denigranti oltre al fatto che si faceva notare che “alcuni dei residenti non sono cristiani e di un’altra fede e non voglio nemmeno pensare ai problemi che potrebbero sorgere”.

Poteva esser visto come la voglia da parte della comunità di rispettare l’intero quartiere nelle sue diversità? Forse si ma per Morris e sua moglie la conclusione era un odio per i cristiani e quindi discriminante. A questo punto Morris offre al consiglio un ultimatum: gli veniva permesso di realizzare la festa di Natale e in cambio lui accettava di non perseguire un’azione legale nei loro confronti. Nel febbraio 2015 l’HOA invia un messaggio a molte famiglie del quartiere informandole di tale offerta. Da qui partono una serie di azioni e accuse tra le parti tanto che la moglie di Morris non vuole trasferirsi perché non si sente sicura anche se Jeremy decide di andare avanti. Ad ottobre riceve una lettera dall’avvocato del quartiere che afferma nuovamente che il suo spettacolo di Natale sarebbe stato “offensivo per i sensi” perché congestiona il traffico e viola le alleanze di quartiere. La lettera minaccia il contenzioso e gli dà 10 giorni per rispondere. Morris risponde con una sola parola: “Noci” mentre contatta i media nazionali. Il documentario è molto scrupolo nel mettere in scena tutti i punti di vista coinvolti con tantissimi estratti di interviste che vengono messe in scena a volte con toni seriosi e accusatori e altri ironici e scherzosi. La narrazione è fluida e tutti i vari fatti che si susseguono vengono spiegati molto bene lasciandosi seguire con piacere.   

La domanda è questa : il vero obiettivo del contenzioso è la paura del traffico o di possibili disordini oppure sotto c’è qualcosa contro il cristianesimo?  

È il mese prima di Natale del 2015 e Morris si convince sempre di più che l’associazione stia continuando a farlo passare come “il nemico” e che la sua fede religiosa era messa alla prova e doveva quindi tenere duro su tutti i fronti. La festa (con tanto di cammello) si fà e le gente e i vari visitatori che arrivano da tutto il paese ne rimane contenta. Nel febbraio 2016 l’HOA invia una lettera di auguri per l’anno nuovo ma anche precisando lamentele sullo spettacolo di Natale. La situazione si inasprisce nuovamente e Morris minaccia di nuovo di aprire il contenzioso legale mentre prepara una festa ancora più grande per il Natale 2016. Passa anche questa festa che vedeva anche una serie di autobus organizzati per portare visitatori e parteciparvi a dimostrazione che quella organizzata da Morris stava davvero diventando enorme. Nel gennaio 2017 Morris fa causa all’HOA ai sensi del Fair Housing Act, chiedendo danni per “shock, umiliazione, imbarazzo, disagi e perdite economiche” subiti da lui e dalla sua famiglia. Il documentario procede nel migliore dei modi alternando interviste realizzate in modo classico a inserti dei festeggiamenti o altri aneddoti. Rimane sempre in bilico tra lo stile da reportage con gli intervistati seduti ai tavoli di casa che rispondono a domande sui vari trascorsi e momenti più narrativi dove sono i vari accadimenti a portare avanti la narrazione.   

Evitando di raccontare come il documentario volge a conclusione si nota la differenza di percezione che contrappone le due parti in causa. Morris a volte racconta il suo punto di vista paragonando i suoi vicini al personaggio del Grinch e giustificando le proprie azioni come se fossero una dimostrazione della fede nei confronti di Dio; dall’altra parte l’HOA lo raffigurava come un bullo che arrivato nel loro quartiere, pretendeva di fare le cose a modo suo senza curarsi degli altri. Quello che viene perso da parte di tutte le forze in campo e il documentario lo mette bene in chiaro anche se non in maniera esplicita è che lo spirito del Natale non riguarda cammelli o bastoncini di zucchero. Si tratta di amore e generosità e avere un “bel quartiere” per festeggiarne l’avvento non è questione di prati in ordine o siepi potate bensì di vivere in armonia nel rispetto di tutti. In questo caso, che la vittoria del contenzioso legale sia di Morris oppure no, sembra che nessuno abbia recepito il vero significato del Natale.  

Andrea Arcuri