GLOBAL LIGHT NEWS – SETTIMANA 20-24 SETTEMBRE, SECONDA PARTE

25 Set, 2021

GLOBAL LIGHT NEWS – SETTIMANA 20-24 SETTEMBRE, SECONDA PARTE

 

ADDIO A WILLIE GARSON. STANFORD BLATCH DI “SEX AND THE CITY” CI HA LASCIATO E SARAH JESSICA PARKER NON ERA PRONTA

Lo conoscevamo tutte, ma anche un po’ tutti, come Stanford Blatch, il migliore amico di Carrie Bradshaw inSex and The Cityed anche in “And Just Like That”. Nella vita reale si chiamava Willie Garson era laureato a Yale ed era un uomo colto e divertente. Padre single di Nathen che aveva adottato nel 2009, si è spento lo scorso 22 Settembre a soli 57 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas che purtroppo non è riuscito a vincere. Willie, definito da tutti come una persona di immenso talento, intelligenza e simpatia, ha lavorato fino all’ultimo ed infatti lo vedremo con i suoi immancabili occhialini, i completi da eccentrico dandy e l’umorismo tagliente accanto alla sua Carrie anche in “And Just Like That”.

Tutto il cast e il mondo intorno alla famosissima serie tv (eccetto Kim Catrall ovvero l’ex Samantha Jones) lo ricorda con grande stima, affetto e profonda tristezza. Sarah Jessica Parker, grande amica di Garson anche nella vita, inizialmente aveva commentato il post di ricordo su IG di Chris Noth, aka Mr. Big, con “Grazie carissimo Chris. Io non sono ancora pronta” per poi lasciare un post lei stessa sulla sua pagina ufficiale in cui esprime tutto il suo dolore definendolo insopportabile.

Il figlio Nathen invece ha preferito salutarlo con un post bellissimo e poetico in cui mostra la foto del papà di spalle che osserva l’oceano Ti amo così tanto, papà. Riposa in pace. Sono felice del fatto che hai voluto condividere con me tante avventure. E di tutti i traguardi che hai raggiunto. Sono così orgoglioso di te. Ti amerò per sempre. Ma adesso so che è tempo di lasciarti andare. Sarai sempre con me. Ti amo più di quanto tu potrai mai immaginare. Riposa in pace. Sei la persona più “tosta”, simpatica e divertente che io abbia mai incontrato. Sarai sempre con me”

Invece noi vogliamo ricordarlo così quando vestiva i panni stilosi di Stanford, gay simpaticamente caustico che a Carrie lo guardava basita dopo averle raccontato di aver assistito a “I monologhi della vagina” diceva: «Solo perché non mangio in quel ristorante non vuol dire che non voglia sapere del piatto del giorno» .

Ciao Willie.

JESSICA RABBIT E’ TROPPO SEXY, FACCIAMOLA DIVENTARE UN’INVESTIGATRICE PRIVATA

Politically correct sì ma quanto, ma come? La fabbrica per antonomasia di sogni, la Walt Disney, ci ha preso davvero la mano ed oggi ha decretato che il sex appeal di Jessica Rabbit, iconico personaggio del film/cartoon “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” non si adegua più ai canoni delle donne di oggi: infatti è stata disegnata nel 1988 per un film ambientato negli anni ‘40. Chi la realizza si ispira al personaggio in carne ed ossa di Gilda interpretata dalla bellissima Rita Heyworth e Jessica nasce per incarnare la pupa da far girare la testa. Dopo aver rimosso – solo temporaneamente – grandi classici meravigliosi come gli Aristogatti, Lilly e Il Vagabondo, Dumbo e Peter Pan dalle piattaforme streaming perché prendevano in giro popoli non bianchi e non americani e fare ammenda per comportamenti troppo poco o per nulla femministi ed emancipati delle principesse, alcune create oltr
e 70 anni fa,
la Disney ha deciso anche che la procace sensualità di Jessica Rabbit debba adeguarsi al politically correct odierno. Come? Nel parco Disneyland di Anaheim in California la ragazza che veste i suoi non più succinti panni diventerà un’investigatrice privata, titolare della sua agenzia, impegnata nella lotta contro il crimine che colpisce la Los Angeles del 1947. Basta abiti rossi e forme in bella vista: la nostra Jessica indosserà un impermeabile, tipico indumento degli investigatori privati. Perché tutto ciò? Per allontanare il più possibile le ennesime accuse di sessismo, maschilismo e razzismo da parte di persone che però prima di puntare il dito e accusare dovrebbero almeno saper contestualizzare e capire cosa davvero e realisticamente accadesse in determinate epoche. Il mondo non è mai stato ideale, è vero, e mai lo sarà ma se invece di prendercela con ciò che ha decenni di anni alle spalle provassimo a cambiare il presente.

 

 

Francesca Vivalda per Global Story Telling