“Judas and the Black Messiah” – Recensione. Disponibile in Digitale

9 Apr, 2021

“Judas and the Black Messiah” – Recensione. Disponibile in Digitale

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Fred Hampton, attivista e socialista rivoluzionario ventenne, viene eletto a Chicago Presidente della sezione dell’Illinois del Black Panther Party e Vicepresidente del BPP nazionale. L’anno seguente, durante un blitz della polizia viene ucciso, l’accaduto era stato premeditato anche grazie ad un traditore nelle fila dello stesso movimento rivoluzionario. Il film diretto da Shaka King è uno dei più attesi protagonisti della 93ª edizione degli Oscar con ben sei nomination, tra cui quella a Miglior Film.

Il film è impregnato delle idee che muovevano le Pantere Nere grazie ai discorsi di quel giovane leader rivoluzionario che parlava di “potere al popolo” in un film che sembra essere fortemente di propaganda. Per stemperare questi messaggi (non) tanto velati, il film risulta pieno anche di quelle atmosfere del cinema thriller e poliziesco soprattutto grazie alla fotografia di Sean Bobbitt e alle musiche di Mark Isham e Craig Harris. 

Tutto viene raccontato dal punto di vista di uno degli uomini di fiducia di Hampton, Bill O’Neal che ne comprenderà la grandezza senza però mai smettere di passare informazioni all’FBI. Questa duplicità si trasformerà in un senso di colpa dai risvolti che ben conosciamo a livello storico ma che è giusto ricevere anche un quadro completa della situazione. 

Tanti discorsi e poca vera azione caratterizzano il film. Il rapporto tra lotta e sistema, identità ed egemonia, è sicuramente il punto centrale delle idee politiche di Fred Hampton per cui la lotta contro il razzismo si interseca necessariamente con la rivoluzione socialista. Sicuramente i messaggi sono di forte impatto soprattutto riguardo al concetto che il potere (lo dice più volte Hampton stesso) è nella gente e nei numeri. Il problema è che il film con le sue ridondanze ha una scrittura imperfetta, con una regia tutto sommato semplice e in generale non riesce a rendere merito allo spessore psicologico dei due protagonisti. 

Dietro alle sue intenzioni rivoluzionarie c’è una confezione equilibrata tra forma e contenuto che donano al film un’identità molto mainstream. Non si può dire certo che le 6 Nomination siano immeritate ma bisogna saper distinguere tra una pellicola che racconta qualcosa di importante a livello storico e il “come” racconta tale storia riuscendo ad andare al di là del puro intrattenimento.
 
Andrea Arcuri