“Addio al Nubilato” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Amazon Prime Video dal 24 Febbraio 2021

10 Feb, 2021

“Addio al Nubilato” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Amazon Prime Video dal 24 Febbraio 2021

 

Cinque donne, amiche fin dai tempi del liceo, si danno appuntamento per festeggiare l’addio al nubilato di una di loro. La festeggiata, come in una caccia al tesoro, lascia degli indizi che portano le quattro damigelle ad attraversare la città, in una nottata rocambolesca piena di ricordi. Della sposa, però, continua a non esserci alcuna traccia… Cosa avrà riservato alle amiche come ultima sorpresa? 

Francesco Apolloni (“La verità, vi prego, sull’amore”, “Fate come noi”) decide di raccontare un film tutto al femminile con un cast che comprende Laura Chiatti, Chiara Francini, Antonia Liskova e Jun Ichikawa.   

I modelli di riferimento sono evidentemente “Una Notte da Leoni” oppure le sue varianti al femminile “The Wedding Party” e “Crazy Night”. In particolare queste due pellicole americane hanno per protagoniste un gruppo di personaggi femminili che cercano di sdoganare il mito che solo un gruppo di maschi posso divertirsi in contesti esagerati quali l’addio al celibato e scorribande varie. Il film di Apolloni da libertà alle sue attrici che sono adeguatamente sboccate e spinte nel loro senso di fare commedia al femminile ma certo sempre stando all’interno di certi limiti e di una comicità all’italiana. I dialoghi non hanno quella forza propulsiva e di originale dialettica che hanno le commedie americane prima citate e in questo caso purtroppo a parte alcune volgarità ci si affida a uscite un pò casereccie legate ad esclamazioni tipiche del nostro dialetto. Inoltre spesso e volentieri vengono fuori confronti emotivi tra le damigelle e la commedia si ferma lasciando posto a qualche lacrima e ad un tono malinconico con relazioni che pian piano si rivelano rancorosi e totalmente fuori contesto almeno rispetto al tono del film stava dichiaratamente scegliendo.

“Addio Nubilato” grida spesso che una donna spesso “non è una signora” e lo fa dire direttamente a Loredana Bertè in un piccolo cammeo. Alla fine però il film cerca di dare un senso a tutto  e lo fa portando avanti un pò la solita morale rendendo tutto serioso. Questo però stride con il resto del film e le battute comiche forse risultano ancora più volgari e meno riuscite di quanto pensavamo e ci accorgiamo che sono piene di stereotipi etnici e religiosi con svolte narrative un po’ forzate.

Si apprezza il tentativo di realizzare qualcosa per certi versi diverso, per far vedere che anche in Italia le donne sanno far ridere (senza dubbio la capacità delle attrici scelte) e possono portare avanti un film senza personaggi maschili. Il tentativo non è del tutto riuscito forse perché privo di una vera libertà creativa perché da una parte troppo derivato da modelli già visti ma allo stesso tempo troppo schiavo da schemi narrativi tipici ma il cinema italiano ha bisogno di provarci e cercare in nuove direzioni mostrando un coraggio di questo tipo.  

 

Andrea Arcuri