“L’Ultimo Paradiso” – Presentazione Stampa e Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 5 Febbraio 2021

2 Feb, 2021

“L’Ultimo Paradiso” – Presentazione Stampa e Recensione in Anteprima. 

Disponibile su Netflix dal 5 Febbraio 2021

 

Nell’Italia degli anni ’50 Ciccio, un contadino lotta per migliori condizioni di lavoro, ma le cose si complicano quando si innamora di Bianca la figlia di un proprietario terriero.

Il film è una dramma tratto da una storia vera con una struggente storia romantica. Diretta da Rocco Ricciardulli con protagonisti Riccardo Scamarcio (in veste anche di sceneggiatore e produttore), Gaia Bermani Amaral e Valentina Cervi, tutti presenti alla presentazione stampa.

Il regista ha dichiarato che con questo film ha voluto portare il pubblico nella sua infanzia con la voglia di raccontare situazioni legate al caporalato che, sfortunatamente risulta ancora molto attuali. Una storia quindi che sebbene sia ambientato negli anni ’50 la si può vedere e apprezzare meglio tramite un occhio critico verso le condizioni precarie e di sfruttamento che ancora oggi caratterizzano il nostro paese. 

Riccardo Scamarcio qui in veste di attore, produttore e sceneggiatore si è voluto soffermare proprio su questa sua esperienza legata alla stesura del copione. Ha dichiarato come è stato tutto frutto di un lavoro che spesso mutava nel corso delle riprese e lo stesso finale è stato scritto mentre si girava il film. Inoltre tramite questa storia ha voluto far emergere la disparità nell’ambito lavorativo del Sud d’Italia, la voglia di chi vorrebbe scappare da certe situazioni e chi ci riesce ma prova un senso di nostaglia legato alla proprie origini.

Gaia Bermani Amaral e Valentina Cervi hanno parlato dei loro personaggi che per alcuni versi sono profondamente diversi ma entrambe molto importanti. Il personaggio di Bianca risulta essere moderno nella sua profonda ricerca di libertà, riscatto e giustizia senza rinunciare all’amore e anche pagandone le conseguenze. Invece la moglie del protagonista ha un ruolo opposto e sebbene abituata ad un certo modo di fare tipico del Sud, anche lei si ribella e comprende un certo modo di amare. Oltre a dar vista a queste donne forti, le due attrici hanno dovuto fare un grandissimo lavoro riguardo a cadenze e accenti in dialetto Pugliese. Valentina Cervi ha trovato nella cura dei dettagli, da parte del regista Rocco Ricciardulli, sugli ambienti, i sapori e odori caratteristici del luogo una maggior immersione nel contesto che l’ha aiutata moltissimo. Gaia Bermani Amaral ha studiato per molto tempo la sceneggiatura insieme ad un coach per fare un lavoro minuzioso nel voler imparare una “nuova lingua” e lavorando anche sul proprio timbro vocale.   
 

Il protagonista interpretato con tantissimo fervore proprio da Riccardo Scamarcio è un uomo passionale, desideroso di ribellione e di forte senso di giustizia. In un’epoca e un contesto dove bisognerebbe “farsi gli affari propri” e vivere con la propria moglie senza distrazioni, Ciccio vive una storia d’amore impossibile e alza la testa contro chi detta leggi e prezzi sulla terra e il lavoro dei contadini.  

Se i personaggi sono perfettamente interpretati sfortunatamente il contesto non viene bene caratterizzato se non tramite l’immedesimazione di tutti e la scelta di recitare in dialetto. I rapporti non risaltano sviluppati al meglio e viene trascurata la vita quotidiana della comunità, le fazioni i contrasti che sono tutti quegli elementi che fanno il contesto del film e aggiungono una parte fondamentale per creare unione empatica tra pubblico e film. 

Sembra che la storia d’amore tra Ciccio e Bianca sia il fulcro centrale della vicenda ma non è del tutto esatto. Tutto gira intorno allo scoppio della faida tra Cumpà e Schettino e Ciccio, tra un padre padrone e un marito e padre fedifrago a reggere la narrazione. Stiamo però parlando di tipici espedienti per intrattenere, per distinguersi il film doveva mettere al centro narrativo ed emotivo di tutto la lotta di classe di cui Ciccio si fà simbolo ma invece non è cosi. 

Il colpo di scena alla metà del racconto dona al film nuova linfa narrativa con la speranza di aprire nuovi scenari e mettendo al centro la sofferenza della donna sottomessa e senza via di fuga. Ma ancora una volta il tutto non si concreta e quel desiderio di speranza più volte richiamato rimane solo a parole e senza una vera raffigurazione di fatti.

 

Andrea Arcuri