Lo scrittore LUCA AMMIRATI ci racconta quanti inizi possa avere una vita presentandoci il suo secondo romanzo “L’inizio di ogni cosa”, edito da Sperling &Kupfer, in libreria dal 26 gennaio.

25 Gen, 2021

Lo scrittore LUCA AMMIRATI ci racconta quanti inizi possa avere una vita presentandoci il suo secondo romanzo “L’inizio di ogni cosa”, edito da Sperling &Kupfer, in libreria dal 26 gennaio.


Luca Ammirati, già autore di “Se i pesci guardassero le stelle” uscito nel 2019, torna con un nuovo romanzo più maturo e consapevole , “L’inizio di ogni cosa. E’ ormai uno scrittore affermato Luca, ma soprattutto è un mio caro amico e dopo quasi 20 anni d’amicizia parliamo del suo lavoro, per davvero. La nostra chiacchierata, la trovate qui.

Il titolo del romanzo, “L’inizio di ogni cosa”, cosa significa?

L’inizio di ogni cosa è un concetto molto ampio. Mentre stavo scrivendo il libro, ho cominciato a pormi costantemente questa domanda: “Quanti inizi può contenere una vita?”. Più di uno direi, perché molte volte siamo costretti a fermarci e a dare un nuovo inizio alla nostra esistenza.

Anche gli incipit di romanzi di grandi autori che aprono ogni capitolo del libro possono essere considerati un inizio vero e proprio. Ultima lettura, ma sicuramente più che attuale, dopo il 2020 questo 2021, anno di uscita de “L’inizio di ogni cosa”, è concepito come un nuovo inizio.

Abbiamo appena parlato degli incipit di romanzi per ogni capitolo (ben 31), perché tutte queste citazioni?

Il protagonista, Tommaso, annota gli incipit dei suoi romanzi preferiti sulla sua agendina arancione cosa che, in realtà, ho sempre fatto io nella mia vita. Le citazioni (che spaziano da Edgar Allan Poe a Foscolo, passando per Francis Scott Fitzgerald e persino Andre Agassi solo per citarne alcuni) sono state scelte non solo per questa ragione ma anche perché collegate al capitolo che vanno ad introdurre. Da un punto di vista più “ambizioso” potrei dire che sono state selezionate anche perché hanno una sorta di attinenza con tutto l’iter narrativo del romanzo.

Perché per due romanzi consecutivi, “Se i pesci guardassero le stelle” e “L’inizio di ogni cosa” c’è lo stesso “background”, ovvero Sanremo?

Sanremo è una realtà che io conosco molto bene essendo la mia città e credo che parlare di ciò che si conosce contribuisca a dare veridicità ad un’opera. Questo è un territorio di cui mi sono occupato molto sotto altri aspetti essendo stato anche assessore alla cultura e al turismo di Perinaldo, un borgo medievale vicinissimo a Sanremo. Ora parlo anche di Bussana Vecchia, piccolo rifugio di artisti, in questo mio nuovo lavoro. Senza considerare che Sanremo non è solo la città del Festival della Canzone Italiana ma possiede anche un casinò ed è una meta turistica viva tutto l’anno a due passi dalla Costa Azzurra. Grazie ai miei libri ho riscoperto un po’ di orgoglio sanremese, diciamo così.

Cosa è cambiato dal tuo primo romanzo a “L’inizio di ogni cosa?”

Domanda interessante che mi sono posto anche io più di una volta. “Se i pesci guardassero le stelle”, il mio primo romanzo, ha cambiato completamente la mia vita e la mia carriera. Con questo secondo libro non ho solo provato a riconfermarmi ma anche ad inserire tutto ciò che il mio primo “successo”, chiamiamolo così, mi ha regalato e permesso di vivere. Mi sono impegnato per dimostrare la mia crescita e maturità professionale partendo già dal protagonista, Tommaso, una persona più matura e realizzata rispetto a Samuele, protagonista del mio lavoro precedente. Perfino le citazioni di altri libri così famosi direi che sono state in parte una testimonianza di questa mia crescita. Alla fine penso di aver scritto una buona storia che, per ora, è stata apprezzata ma mancano ancora i giudizi più importanti che sono quelli dei librai e dei lettori.

Quando hai capito di voler scrivere?

Durante il liceo (classico) forse c’era già qualche segnale ma non ne ero consapevole, ammetto però di non essere mai stato sicuro di voler dedicare il mio futuro al diritto (Luca è laureato in giurisprudenza). Aneddoto curioso è che durante gli anni universitari ho addirittura trascurato molto la lettura. Solo alla fine degli studi quando il mondo del lavoro si avvicinava ha sentito questo forte desiderio di tornare a leggere e persino iniziare a scrivere qualcosa di mio.

Perché questa immagine di copertina, evocativa ma di sicuro non ovvia?

La frase stessa “L’inizio di ogni cosa” ha più di un significato, come detto già all’inizio di questa intervista, quindi ero molto curioso di scoprire quale immagine sarebbe stata scelta per un titolo dai molteplici significati. Alla fine sono rimasto molto contento della scelta finale perché nel romanzo un personaggio piuttosto importante è proprio quello di un bambino, inoltre quest’immagine ci ricorda che tutti siamo stati ragazzi e molti di noi portano ancora dentro il bambino che sono stati.

Il trampolino in sé invece dà sul mare, è vero, ma potrebbe dare anche sul cielo o addirittura sul vuoto mentre il bambino, nonostante la protezione dei braccioli, alterna il desiderio di buttarsi al timore di farlo davvero, un po’ quello proviamo tutti noi durante un nuovo inizio.

 

E invece noi abbiamo deciso senza esitazione di buttarci in questo nuovo romanzo “L’inizio di ogni cosa”, dal 26 gennaio in tutte le librerie.

 

Luca Ammirati (Sanremo, 1983) è responsabile interno della sala stampa del Teatro Ariston, dove ogni anno si svolge il Festival della canzone italiana. Ha fatto il suo esordio nella narrativa con Se i pesci guardassero le stelle, tradotto e pubblicato anche in Germania e Austria, presentato in giro per l’Italia riscuotendo il consenso dei lettori e dei librai.

 

Francesca Vivalda per Globalstorytelling