“Pieces of a Woman” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 7 Gennaio 2021

1 Gen, 2021

“Pieces of a Woman” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Netflix dal 7 Gennaio 2021

Il regista Kendél Mundruczo al suo primo lavoro in lingua inglese ci regala un’opera vibrante che sta nel mezzo tra cinema europeo d’autore e commerciale americano. Gli attori scelti sono famosi e riconosciuti a livello internazionale ( Shia LeBeouf e Vanessa Kirby), alcuni passaggi e drammatizzazioni sono tipiche dei grandi film d’intrattenimento. Certamente al di sotto c’è un’anima europea come ad esempio il fatto che spesso sceglie piano sequenza per far interagire i suoi attori e decide di mostrare invece che raccontare i sentimenti.

Molta attenzione viene data all’estetica infatti gli esterni presentano ambienti sempre grigi e freddi, come l’animo dei personaggi e contribuiscono a calare il film in un’atmosfera triste e soffocante. Inoltre bisogna dare atto alla sceneggiatura che risulta precisa e lineare in modo da permette al cast di dare il massimo nelle loro interpretazioni. Si nota la totale assenza di pietismi o buonismo scontato in modo da permettere allo spettatore di creare la massima empatia con quello che succede ai personaggi.

Sentimenti caratterizzanti del film sono il dolore, l’amore incondizionato e l’unione tra questi sentimenti. In scena viene messa la sofferenza che si può provare nel perdere un figlio all’atto della nascita e il voler cercare a tutti i costi una colpa da attribuire. Si racconta anche di un amore tra due persone che a loro modo e nonostante profonde differenze soprattutto legate a derivazioni sociali (lei di una famiglia medio borghese, lui operaio un pò rozzo) cerca di affrontare la situazione e rimanere uniti. La vita continua e, a volte, imparare a soffrire può essere la chiave per ritornare a vivere e amare.

Purtroppo nonostante l’evidente qualità messa in campo e le ottime prestazioni il film ha piccoli difetti. Ha certamente l’ambizioni di raccontare una donna fatta a pezzi che cerca di ricomporsi con il tempo ma troppo spesso le cose girano a vuoto. Certo riuscire a tenere alta l’attenzione per poco più di due ore su una trama priva di colpi di scena e basata sul portare avanti una causa legale non è facile. Inoltre il finale risulta forse un po’ ovvio e prevedibile. Ma in fin dei conti questi sono piccoli difetti legati anche alla propria sensibilità. Alla fine dei conti il film  riesce a rimanere interessante e profondo grazie a tutto quello che mette in scena a livello di sentimenti ma soprattutto grazie a due fattori. Il primo legato al modo in cui racconta i pochi accadimenti della vicenda scegliendo un approccio originale e diverso. Il secondo è la performance vibrante e  imperturbabile che riesce ad essere tanto glaciale quanto emotiva di Vanessa Kirby.  

Andrea Arcuri