“Soul” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Disney + dal 25 Dicembre 2020

19 Dic, 2020

“Soul” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Disney + dal 25 Dicembre 2020

Joe Gardner è insegnante delle scuole medie ma con la testa perennemente tra le note della musica Jazz. Finalmente il grande giorno e forse l’inizio della vita che sognava è arrivato; suonare con la famosa sassofonista Dorothea Williams per un concerto in uno dei club più celebri di New York. Un imprevisto lo costringerà però a rivedere i suoi piani ritrovandosi nel mondo “prima del mondo” in cui le anime vengono plasmate prima di incarnarsi sulla Terra. Suo malgrado dovrà fare da mentore di 22, l’anima più ribelle e ineducabile di tutte.

 “Soul” è sia una gioia per gli occhi e sia per le orecchie. L’estetica è semplice e per alcuni personaggi volutamente molto essenziale e lineare. La musica è totalmente dedita alle particolari sonorità e sublimi assoli del Jazz. Tutto questo insieme a dialoghi ben scritti sono una piccola parte di un racconto che vuole mettere al centro quegli artisti da marciapiede che nonostante non abbiano mai trovato successo (o vogliono per scelta rimanere ai margini) non si demoralizzano e continuano a inseguire i propri sogni.

E’ sicuramente un film ambizioso perché vuole raccontare del significato della vita, mette in mezzo discorso legati all’esistenza dopo la morte e cosa significa perdersi in un momento di estasi “tra il reale e il non reale” provando a dare significato a tutto tramite metafore ironiche e seriose.

Dove si perde è nella prevedibilità di alcuni frangenti, nel suo voler conquistare ogni tipo di pubblico per forza e rischiando di essere troppo auto-esaltante e pieno di sé. A questo si aggiunge un deciso cambio di stile narrativo con l’introduzione della componente emotiva e riconciliatoria come se per forza bisogna avere una morale, una presa di coscienza e debba finire tutto in lacrime e commozione. Forse in questo caso, ancora di più che in altri in precedenza, si nota un taglio netto tra la parte più dinamica con componenti comico-avventurose che lasciano il posto a quelli emotivo-moralistici.

Sebbene non cosi rivoluzionario a livello tecnico e viziato da difetti di forma c’è una sottile messaggio in “Soul” che è più rivoluzionario di quanto sembri. Non tanto il fatto che le cose migliori sono da riconoscere nelle piccole cose ma il fatto che non si deve crescere credendo di poter avere successo in qualsiasi cosa ad ogni costo e che ognuno è destinato a primeggiare o avere per forza un dono particolare. Gli esseri umani sono pieni di difetti, sbagliano e si incaponiscono per le cose sbagliate risultando a volte limitati in alcuni aspetti.

Rimane una certezza: la Pixar non ha assolutamente perso il suo smalto nonostante la perdita di un pezzo grosso come John Lasseter. Risulta ancora viva la voglia di raccontare storie non banali cercando sempre di scavare tra spunti profondi e continuando cosi a stupire. La Pixar si conferma ancora come uno degli studi di animazione più audaci e innovativi in circolazione.

 

Andrea Arcuri