“Dovlatov” – Recensione in Anteprima.

24 Ott, 2020

“Dovlatov” – Recensione in Anteprima.

Dovlatov racconta sei giorni della vita del brillante e ironico scrittore Sergei Dovlatov, un autore che si è distinto per la capacità di vedere ben oltre i rigidi limiti della Russia Sovietica degli anni Settanta.Insieme all’amico e poeta Joseph Brodsky, Dovlatov ha lottato per preservare il proprio talento e la propria integrità, in un contesto culturale e sociale dove i suoi amici e colleghi artisti venivano schiacciati dalla volontà inossidabile della macchina dello Stato.

Singolare la scelta del film di concentrare la sua narrazione in sei giorni nella vita del protagonista. Solitamente i biopic tradizionali scelgono di raccontare i successi e i fallimenti del proprio protagonisti. “Dovlatov” fa la scelta coraggiosa e controtendenza di occuparsi esclusivamente dei fallimenti del suo personaggio principale. Questo permette al regista di non idolatrare mai il suo soggetto ma di mettere in scena uno spaccato di vita reale caratterizzata da sconfitte, cadute, delusioni e difficoltà. Tutto questo porta da una parte a distaccare il pubblico lasciandolo privo di momenti davvero felici e positivi ma dall’altra si evita quel fastidioso e spesso forzato senso a favor di spettacolarizzazione a tutti i costi di molti film. 

A livello tecnico bisogna notare l’utilizzo di molti piano sequenza lunghi, virtuosi e ondeggianti che ricordano un cinema di altri tempi che non si usa più. Inoltre a livello di fotografia si prediligono tinte sbiadite e malinconiche in perfetta sintonia che i tanti personaggi che riempiono lo schermo. A tal proposito bisogna fare i complimenti a tutto il cast che esegue perfettamente i propri ruoli con tante interpretazioni degne di nota. Certamente su tutti primeggia l’attore Milano Maric’ al suo primissimo ruolo nel cinema, l’attore riesce a trasmettere al suo personaggio tanta durezza e forza fisica quanta gentilezza nei confronti della figlia e quel senso di disillusione verso il mondo che lo circonda.

Tanti personaggi che parlano delle proprie realtà portano a trovarci di fronte ad un film che sembra troppo spesso girare un pò troppo a vuoto. Sembra di saltellare continuamente tra queste personalità che spesso partono in lunghi  dialoghi ridondanti che pian piano perdono il loro effetto nella ripetizione continua. 

 

Andrea Arcuri