“Over the Moon – Il fantastico viaggio di Lunaria” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 23 Ottobre 2020

20 Ott, 2020

“Over the Moon – Il fantastico Viaggio di Lunaria ” – Recensione in Anteprima.

Disponibile su Netflix dal 23 Ottobre 2020

 

Il film racconta di Fei Fei, vivace e intelligente bambina cinese affascinata dai racconti fantastici che coinvolgono la dea della Luna Chang’e. La leggenda narra che la dea sia perennemente infelice a causa della triste vicenda che coinvolge il suo amato mortale Houyi: quest’ultimo è scomparso e lei è condannata a una vita eterna da sola. Questa è una storia tipica del folklore cinese ed è la causa principale che spinge Fei Fei a cercare di raggiungere il poetico satellite terrestre. La ragazza non solo cercherà di dimostrare la veridicità della storia ma vuole anche recuperare il rapporto speciale che la legava a suo padre visto che è arrivata una persona a smuovere una situazione di rassicurante tranquillità.  

C’è molto in questo film in CG della Netflix; si parla di perdita, scoperta, coraggio, amicizia, intelligenza e comprensione e il tutto è ben avvolto in un clima molto familiare fatto di canzoni orecchiabili, personaggi buffi e simpatici e scadenza narrativa tipica dei film per ragazzi. Ma lungo il suo percorso “Over the Moon – Il fantastico Viaggio di Lunaria” si dimostra essere molto altro. 

Al di là di come vuole raccontare le sue tematiche il film ha come epicentro emotivo l’accettazione di un dolore che sembra impossibile da gestire. Un tema tanto importante per i più piccoli quanto per un pubblico più adulto. Il viaggio di Fei Fei è la disperata ricerca di creare nuovamente una “comfort zone” e tornare ad essere in perfetta armonia con il padre. Questo ritorno ad una condizione rassicurante è la stessa disperata ricerca che tutti quanti (sia grandi e sia i piccoli) vogliono quando subiscono una perdita importante e soprattutto quando avviene un certo qualcosa o arriva qualcuno a smuovere una situazione di stallo che tanto ci rassicurava.  

Il film è diviso tra due mondi; quello sulla Terra e la parte ambientata sulla Luna e sono realizzati con ricercata diversità grafica. Nella prima parte abbiamo il calore di un villaggio, con colori caldi e tanti personaggi che si incontrano e condividono tante cose. Si sente il calore familiare e ci si sente come all’interno di un cartone animato emotivo e intimo. Una volta sulla Luna a Fei Fei si presenta un mondo totalmente diverso da quello che si aspettava. Tantissimi colori forti e accesi, gradazioni di pastello fosforescenti e con una moltitudine di personaggi fantastici dai tratti grafici poco definiti e stilizzati. Questa forte contrapposizione di stili e (quasi) generi di narrazione è una precisa e chiara scelta registica. 

Invece di puntare su un racconto rassicurante per tematiche e stile, il regista vuole creare un vero punto di rottura per Fei Fei e quindi il pubblico di conseguenza. Il mondo come si vorrebbe che fosse e nel caso di Fei Fei nella tranquillità della sua casa con il padre e con il mondo della Luna come se lo immagina e invece con quello che si ritrova a vivere con personaggi diversi da come ci si aspetta, alleati non voluti ma molto utili e l’arrivo di una nuova famiglia.  

Andrea Arcuri