“Il Processo ai Chicago 7” – Recensione in Anteprima. Disponibile nei Cinema dal 30 Settembre e su Netflix dal 16 Ottobre 2020

26 Set, 2020

“Il Processo ai Chicago 7”

Recensione in Anteprima.

Disponibile nei Cinema selezionati dal  30 Settembre e su Netflix dal 16 Ottobre 2020  

Quella che doveva essere una manifestazione pacifica alla convention del partito democratico statunitense del 1968 si è trasformata in una serie di scontri violenti con la polizia e la Guardia nazionale. Gli organizzatori delle proteste, tra cui Abbie Hoffman, Jerry Rubin, Tom Hayden e Bobby Seale, sono stati accusati di cospirazione e incitamento alla sommossa in uno dei processi più noti della storia americana.

Aaron Sorkin è uno degli scrittori più quotati e prolifici ad Hollywood e la sua capacità di realizzare dialoghi e scrivere sceneggiature mai banali e sempre intelligente è risaputa. “The Social Network” e “Steve Jobs” sono solo alcuni esempi di storie raccontate da questo straordinario sceneggiatore che si è cimentato anche con la televisione in serie quali “West Wing” e  “The Newsroom”, soprattutto quest’ultima da recuperare. Nel 2017 ha provato anche la strada della regia con “Molly’s Game” sempre su sua sceneggiatura e con una straordinaria Jessica Chastain come protagonista. Tutta questa premessa sul regista e sceneggiatore Aaron Sorkin è perché se per caso non lo conoscete, direi che è il momento di colmare questa lacuna. Si potrebbe proprio iniziare dal suo ultimo lavoro in uscita tra poco nei cinema e su Netflix.       

Partiamo subito col dire che il film parla di scontri tra manifestanti e polizia ma non è un film d’azione perché questi si vedono raramente sullo schermo. Invece di concentrare il tutto al passato e a come si è arrivato al processo, il regista decide di raccontare i fatti quasi totalmente dall’aula di tribunale tramite i racconti degli imputati e dei testimoni. Cosi facendo Aaron Sorkin ha si crea la possibilità di realizzare una storia basata su ottimi dialoghi, su scontri verbali e non fisici dove bisogna ascoltare i diversi punti di vista messi in campo per farsi una propria opinione. Tali idee cosi profonde e universali in forte contrasto tra i personaggi ci accompagnano anche dopo la visione del film. Aaron Sorkin rimane ancora un pochino acerbo a livello di regia perché il film è pieno di movimenti di macchina dallo stile didascalico nei vari passaggi di scene e senza particolari guizzi originali ma questa è una chiara scelta stilistica. Il suo intento e farci capire quello che stiamo ascoltando piuttosto che perderci di virtuosismi registici. 

Inoltre come regista dimostra di essere molto efficace nel suo lavoro con gli attori riuscendo a destreggiarsi tra il suo enorme cast composto da nomi illustri come Mark Rylance, Joseph Gordon-Levith, Eddie Redmayne e Sascha Baron Cohen. Tutti al servizio di questo film che racconta un fatto di cronaca molto importante e poco conosciuto. Vedere tanti ottimi attori che riescono a prendersi il loro spazio ma allo stesso tempo a fare un passo indietro quando è “il turno di un altro” è dimostrazione di quello che dovrebbe essere un film corale e dell’enorme capacità del regista.  

 

Andrea Arcuri