“Doom Patrol” – Stagione 2. Recensione. Disponibile su Prime Video dal 28 Settembre 2020

26 Set, 2020

Nel finale della prima stagione i nostri protagonisti erano riusciti a sconfiggere Mr Nobody e salvare Niles Caulder. I membri della Doom Patrol, all’inizio di questa stagione si ritrovano ad essere bloccati come miniature in una pista per gare di macchine. Sarà qui che inizieranno ad affrontare i loro sentimenti e al tempo stesso i tanti problemi. Mentre ognuno tenta di superare le proprie esperienze passate si ritroveranno a dover intervenire per dare il benvenuto a proteggere la più recente aggiunta alla famiglia : Dorothy Spiner, la figlia di Niles.
Avviene un grosso cambiamento tra la prima e la seconda stagione . Si abbracciano maggiormente momenti quasi horror lasciando da parte gran parte della stravaganza presenti nella prima stagione. Inoltre si addentra ancora di più nell’oscurità unica dei fumetti da cui trae spunti.

La trama non è sempre ben bilanciata ma le prime puntate sono pieni di momenti riusciti nel presentare due nuovi personaggi e cosi riescono a intrattenere e interessare al meglio il pubblico. Anche il resto del gruppo sembra avere spunti interessanti per i propri archi narrativi che forse li porteranno a cambiare nel percorso. I membri della Doom Patrol affrontano le loro insicurezze e traumi. Jane si confronta in maniera profonda con le personalità che abitano il suo Underground; Robotman e Cyborg in maniera opposta si domandano dove finisce l’uomo e dove inizia la macchina; Rita cerca di conciliare il controllo sui suoi poteri con l’esigenza di una vita normale; Larry è ancora assillato dallo Spirito Negativo di cui non riesce ad interpretare i segnali. Tuttavia la maggior parte dei nostri personaggi deve ancora abbandonare totalmente i propri archi narrativi della prima stagione e sembra quasi che in questa stagione girino a vuoto.

Tutte queste situazioni sono legate a traumi. È possibile cancellarne gli effetti? È possibile ignorarlo? Forse ma il trauma tornerà sempre anche se in forme diverse. I poteri e le condizioni dei membri della Doom Patrol allora non potrebbero essere dei meccanismo di difesa e/o risposta a questi trauma ? Speriamo che la serie prosegue nel migliore dei modi e riuscire a rispondere in maniera soddisfacente e non banale a queste domande per nove episodi .

Continua la particolarità della serie nella sua capacità di passare dalla pura ridicolaggine a momenti di tensione ed emotivi così rapidamente che non te ne accorgi nemmeno finché non stai … piangendo. La seconda stagione si muove sul filo di una tensione che contrappone concetti opposti; umanità e la sua assenza, realtà e finzione, possibile ed impossibile. Offre lo stesso tipo di divertente equilibrio tra luce e buio che i fan hanno imparato ad amare e certamente si aspettano che in qualche modo progredisca.

Discorso a parte per la parte grafica. Sicuramente è stato fatto un grande passo avanti rispetto alla scorsa stagione specialmente nell’uso della CGI. Tecnicamente poi la serie mantiene quel suo tocco weird e kitsch riguardo gli effetti speciali divenuto parte integrante della sua atmosfera.

In definitiva la seconda stagione di Doom Patrol, almeno secondo i suoi primi episodi sembra avere buoni spunti narrativi, ottimi a livello grafico ed un forte potenziale a livello di morale. Al momento non tutte queste caratteristiche risultano sfruttati appieno, speriamo continui sulla buona strada.

Andrea Arcuri