“Rising Phoenix – La Storia delle Paralimpiadi” – Recensione in Anteprima.Disponibile su Netflix dal 26/8/2020

18 Ago, 2020

Dalle macerie della seconda guerra mondiale al terzo evento sportivo più grande del pianeta, le Paralimpiadi hanno portato alla nascita di un vero e proprio movimento globale. Tra gli atleti protagonisti del docufilm la schermitrice italiana Bebe Vio, al tempo Beatrice Maria Vio, classe 1997. Ripercorriamo anche la sua storia in un racconto ricco di emozioni, a cui si aggiungono le esperienze di alcuni dei protagonisti del movimento paralimpico di tutto il mondo. Ellie Cole (Australia), Jean-Baptiste Alaize (Francia), Matt Stutzman (USA), Jonnie Peacock (UK), Cui Zhe (Cina), Ryley Batt (Australia), Ntando Mahlangu (Sud Africa), Tatyana McFadden (US) portano le loro testimonianze insieme a Sir Philip Craven, Presidente del Comitato Paralimpico Internazionale (2001-2019), Xavi Gonzalez, ex Amministratore Delegato del Comitato Paralimpico Internazionale (CPI) e Eva Loeffler, figlia del dottor Ludwig Guttmann, neurochirurgo e neurologo. Guttmann ha fondato il più grande ospedale per lesioni spinali in Europa (Stoke Mandeville, Buckinghamshire, UK) e, nel 1948, i primi Giochi per disabili come metodo di riabilitazione che hanno rappresentato l’ispirazione per i primi Giochi Paralimpici ufficiali, che si svolsero a Roma nel 1960.

Un docufilm che inizia col botto enfatizzando i suoi eroi e introducendoci  al meglio in questo mondo sportivo molto competitivo. Pian piano facciamo la conoscenza di grandi atleti che hanno già vinte delle grandi sfide personali e ora si preparano a salire sui podi delle proprie discipline. Si parte proprio dalle condizioni personali che i questi famosi uomini e donne hanno dovuto affrontare in racconti sentiti e personali delle loro difficili infanzie o di come e quando sono arrivati a tali condizioni. Il docufilm ci mostra personaggi forti e determinati nel trovare una loro strada personale e non fermarsi neanche davanti a delle avversità che sembrano insormontabili. Le varie storie ci vengono presentate in alternanza con l’introduzione delle varie Edizioni delle Paralimpiadi che sono state giocate nel corso degli anni ma soprattutto facciamo la conoscenza di Ludwig Guttmann che organizzò nel 1948 una competizione per veterani di guerra con danni permanenti alla colonna vertebrale e come lui stesso sia diventato simbolo per questi eventi.

La storia scorre senza intoppi o rallentamenti nonostante siamo di fronte ad un documentario ma viene sempre evitato quel fastidioso senso didascalico e scolastico che spesso appesantisce questo genere cinematografico. “Rising Phoenix” si presenta come un film tanto avvincente quanto informativo e queste caratteristiche rimangono ben equilibrate fino alla fine. Nella seconda parte il docufilm si sofferma nella in particolare e con forte drammaticità di messa in scena la difficile situazione che si è creata ai giochi paralimpici di Rio de Janeiro del 2016 che hanno rischiato, fino agli ultimi giorni di non essere giocati. Qui le storie dei nostri protagonisti, le loro sfide sul campo con se stessi e con gli altri e l’unione della comunità paralimpica si fanno più sentite e più dense di emozioni forti, coinvolgenti e non mancherà qualche lacrima sincera

Un inizio dirompente, dei protagonisti ben raccontati , un parte centrale descrittiva e un lungo finale drammatico fino alla rivalsa finale. Tutto questo è “Rising Phoenix” che non ha nulla da invidiare ai grandi blockbuster anzi ha qualcosa che molti non hanno: Storie vere e personaggi reali.

Andrea Arcuri