“Baby Boss 2 – Affari di Famiglia”. Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 7 Ottobre 2021

28 Set, 2021

“Baby Boss 2 – Affari di Famiglia”.  Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 7 Ottobre 2021

Crescono i personaggi di Baby Boss, raggiungendo un’età adulta e iniziando a riflettere sui rapporti interfamiliari, attuali e pregressi.

I due fratelli protagonisti del primo episodio hanno intrapreso un percorso, realizzandosi o a livello familiare o a livello lavorativo. Qualunque sia il discorso, resta il fatto che le strade su cui entrambi si sono incamminati li hanno fortemente distanziati negli affetti.

Al di là di quelli che possono essere gli aspetti della trama, il film ha un sapore davvero adatto alle giovanissime generazioni, così come a chi è più adulto.

I più piccoli possono riflettere sul concetto di competizione e su quanto sia giusto che sussista in ambiti scolastici e/o privati. Gli stessi, poi, sono invitati a riconoscere l’importanza delle regole e che queste non sono imposte in modo arbitrario, ma per creare persone più consapevoli all’interno della futura società.

Per i genitori, la storia è importante per il significato che possono assumere certi valori umani all’interno di un nucleo familiare. Devo dire che il plot è simpaticamente ‘vigliacco’ nella sua evoluzione perché arriva, forse in modo un po’ prevedibile, a strappare quella lacrima che, in una maniera o in un’altra, doveva per forza uscire.

L’animazione è divertente e colorata anche se a volte è un po’ troppo frenetica e -parlo soprattutto per chi è della mia età- a volte non si riesce a seguire nel suo complesso.

Partendo sempre dalla tipologia del disegno -ma questo è un dettaglio che ricorre ormai da tempo- i personaggi risultano sempre più vicini alla realtà, assumendo un aspetto antropomorfo. Non sto parlando di una pellicola in 3D ma semplicemente di un’evoluzione del cartone animato secondo esigenze più moderne.

Concludendo, potrei dire che “Baby Boss 2 – Affari di famiglia” sia un prodotto che soddisfa i più piccoli schiacciando l’occhio in modo intelligente a chi li accompagna. A questi stessi accompagnatori suggerirei di riproporre il film ai loro figli tra qualche anno. Sono sicuro che lo apprezzerebbero ancora di più sapendone leggere ulteriori sottotesti che adesso potrebbero essere ‘distanti’.

Un’ultima notazione. L’invito è di provare anche la versione originale, visto l’imponente cast delle voci.

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling