“Occupo con dignità il mio posto nel mondo” dovrebbe essere il principale obiettivo di vita per ogni uomo sulla Terra. Una compagnia di attori giovanissimi, diplomati alla prestigiosa scuola di teatro “Quelli di Grock” porta sul palco una storia di vita vera che coinvolge migliaia di donne e uomini che con la loro esperienza e professionalità forniscono aiuto concreto nelle zone più pericolose del mondo. “Medici senza frontiere” associazione fondata nel 1971 da medici e giornalisti porta competenze know how ma soprattutto umanità e solidarietà a Paesi colpiti da emergenze. Zone di guerra, in conflitto, con epidemie sanitarie in corso, carestie, catastrofi naturali. Paesi anche ricchissimi sulla carta e in potenza come la Repubblica Democratica del Congo dove invece la quasi totalita’ della popolazione vive in condizioni subumane. Siamo attori o viaggiatori? Entrambi perché ci spostiamo e agiamo comportamenti che possono fare la differenza. Gli attori si muovono non solo sul palco ma anche in platea e coinvolgono anche alcuni spettatori perché nella vita siamo tutti chiamati a fare qualcosa, non solo per noi stessi ma anche per gli altri. Viviamo un mondo interconnesso e possiamo essere la luce che illumina il buio nella notte di qualcuno. Uno spettacolo testimonianza di un’ attività che senza fini di lucro fa il bene di chi non spera più nulla. Il titolo forse all’ apparenza fuorviante di “Cosa sono i sogni” fa riferimento ad una domanda posta a bambini in zone “calde” del Pianeta dove è presente “Medici senza frontiere” per dare aiuto e assistenza. Ciad, Congo, Sud Sudan, Palestina, Haiti, Ucraina e tanti altri paesi scenari di guerra dove il bambino non sa cosa sia un sogno, non riesce ad immaginare qualcosa di diverso dal terribile e spaventoso contesto nel quale vive ogni giorno, non sapendo concepire altre alternative. Una piece che commuove, scuote le coscienze e come auspica la direttrice di MTM possa colpire in positivo soprattutto le nuove generazioni per il sorgere in loro di una vocazione a studiare, imparare una professione ed esportarla in luoghi remoti dove anche bere, mangiare e curarsi se si è malati diventa utopico.
Coinvolgente e mai pesante i ragazzi alternano parti recitate a canzoni a balli a riflessioni che creano un dialogo immaginario con coloro che non conoscono questa realtà e non la supportano. Perché ogni persona è una goccia in un mare ma per fare un oceano servono miliardi di gocce e ognuna di esse è importante. Uno spettacolo che fa riflettere, aiuta ad entrare maggiormente in empatia con un’ organizzazione che senza bisogno di urlare, chiedere, recriminare porta avanti un progetto rivoluzionario destinato a cambiare il volto di popolazioni che non hanno più niente, nemmeno il diritto di sognare una vita in pace senza il costante assillo di venire attaccati nei loro villaggi, all’ interno delle loro case.
Un team di professionisti che regala speranza concreta per un mondo migliore perché più umano. In un’ ora lo spettatore fa il giro del mondo ed entra in contatto con storie, paesaggi, lingue diverse per un incontro ravvicinato con chi ha fatto della sua vita una missione di pace e ne rende testimonianza con il suo operato.
Uno spettacolo che andrebbe visto da chiunque ha una responsabilità educativa e formativa, da chi è genitore, da chi non rinuncia al desiderio di alleviare le sofferenze di chi è meno fortunato e non ha potuto scegliere la parte giusta di mondo nella quale nascere e crescere.
Virna Castiglioni per Global Story Telling










