Il film “Victoria” è stato girato con una sola lunga ripresa, senza usare effetti speciali o aggiunte secondarie, senza un lavoro di montaggio come se fosse uno spaccato di vita personale della protagonista che incrocia un gruppo di ragazzi per vivere insieme una notte emozionante. Si sente l’energia di cosa possa significare un breve periodo di qualcuno che si imbatte in situazioni pericolose, complicate e tanto emozionanti.
Non è certo il primo film girato in questo modo ma sebbene la parte più movimentata fatta di rapine, incontri in discoteca e violenza è quella che intrattiene, ecco che la tenerezza della protagonista diventa il punto centrale che riuscirà a tenere gli spettatori incollati fino alla fine.
L’uso della telecamera a mano permette al pubblico di seguire i protagonisti nella maniera più intima possibile così che l’atmosfera rimanga alta e variegata nelle situazioni. Tale metodo potrebbe non solo infastidire per il classico senso di troppo movimento ma anche perché la storia risulta tortuosa e la profondità e il legame con i personaggi non viene sviluppata per niente.
Purtroppo, il film presenta altri difetti che potrebbero non aumentare la presa sul pubblico. La durata di oltre due ore va a chiedere tanta pazienza perché si entra nel vivo con tempi dilatati. Infine, pian piano la sua struttura e risvolti narrativi sulla malavita notturna, i divertimenti estremi e la parte melodrammatica si fanno prevedibili.
Andrea Arcuri