Ispirata a fatti realmente accaduti, la serie segue le vicende di un detective tormentato e un enigmatico investigatore che indagano su una serie di incendi dolosi sulle tracce di due piromani seriali.
Joel Edgerton offre un’interpretazione davvero di altissimo livello e tramite il suo personaggio riusciamo a entrare alla perfezione nel mondo che la serie ci offre. Si parte con elmeneti ben riconoscibili e familiari al grande pubblico che conosce i thriller e le indagini di un omicidio inspiegabile per poi aggiungere e virare su argomenti e stili molto differenti e inaspettati. Risulta molto interessante anche sul lato tecnico: gli effetti speciali utilizzati nella messa in scena degli incendi lasciano davvero piacevolmente sorpresa usando uno stile di forte impatto ed effetto estetico. Sulla componente narrativa c’è da far notare un procedere in modo parallelo per poi fini unirsi. Infatti la prima parte mette il piromane a netto confronto con la figura del padre di famiglia, la seconda punta di più sui traumi del protagonista a confronto con una collega. Tutto quindi porta a un confronto prima di tutto con sé stessi e su quegli aspetti che fanno parte di noi ma abbiamo paura di affrontarli e quindi decidiamo di fare altro.
L’unico problema di “Smoke” è forse la durata; nove episodi sono troppi per quello che vuole raccontare e una maggior decisione nella parte narrativa e l’eliminazione di sottotrame e momenti smaccatamente riempitivi, avrebbe aggiunto molto valore a questa serie. Infatti proprio nel finale, che non andiamo a spoilerare, ecco arrivare un deciso cambio di stile e l’aggiunta di elementi che faranno cambiare nel pubblico molte convinzioni e opinioni riguardo quello che hanno appena visto. Tale lampo (di genio!) Arriva volutamente per portare all’apertura di un seguito ma per arrivarci si richiede al pubblico molta pazienza.
“Smoke” riesce a fornire tutto ciò che i fan dei libri si aspettano riuscendo a dosare alla perfezione attimi di mistero con exploit di violenza, atmosfera minacciosa ma anche una buona dose di movimento ma anche quel senso di black-comedy che riesce a portare tutto a far sorridere in maniera sarcastica e mai banale.
Andrea Arcuri