Benvenuta su Global Story Telling e grazie per questa intervista. Parliamo quindi della vostra Associazione. Quando è nata e in che modo?
Siamo nati nel 2022, da un gruppo di sette persone che aveva condiviso un percorso olistico e umano molto intenso. Ci siamo conosciuti prima come amici, poi come counselor relazionali. Sentivamo il desiderio di creare luoghi sicuri, spazi in cui avviene una trasformazione interiore profonda, mettendo al centro il corpo e la relazione con gli altri.
Nel 2022 alcuni di noi hanno avuto l’opportunità di condurre una bellissima esperienza di meditazione all’interno di un campeggio naturista in Puglia, ci siamo detti: perché non rendere questa connessione con la natura e la nudità sociale qualcosa di più grande?. È nata così l’idea del nostro primo Festival Olistico Naturista. Alla fine di questa prima edizione, ci siamo riuniti abbiamo detto…wow! Fare questa attività olistica ci ha fatto sentire un enorme legame con la natura a cui abbiamo aggiunto la nudità sociale. Il tutto si è rivelato un’esperienza talmente forte che abbiamo deciso di continuare e di fondare la nostra Associazione.
Parlaci della vostra missione, il vostro credo e cosa volete portare agli altri attraverso le vostre esperienze?
La nostra missione è facilitare esperienze trasformative che passano dal corpo. La nudità per noi non è un fine, ma un mezzo per accedere a una libertà interiore. Spogliarsi è un gesto simbolico di autenticità: ti metti a nudo con te stesso, con gli altri e con la natura. Attraverso l’atto di svestirsi ci si libera di tanti filtri e imposizioni che arrivano dalla società e da contesti in cui viviamo e quindi tale liberazione è un rafforzativo di questa vitalità personale a cui vogliamo dare uno spazio concreto di espressione all’interno del Festival. Attraverso il Festival, desideriamo creare uno spazio concreto in cui le persone possano accedere a nuove possibilità espressive e relazionali. Noi vogliamo facilitare — con delicatezza, presenza e competenza — processi di crescita personale. mettendo al servizio tutte le nostre conoscenze.
Usiamo tecniche come il tantra, la bioenergetica, lo yoga, la danza estatica, i cerchi di ascolto, il teatro, il bodypainting, la capanna meditativa, i lavori con la creta e molto altro. Il nostro obiettivo è creare ambienti protetti, rispettosi e giocosi in cui ognuno possa ritrovare la propria vitalità e il senso di appartenenza.
Il senso di libertà e consapevolezza che proponete è di forte legame con la natura e con noi stessi attraverso la nudità. In quale modo volete portare avanti i vostri valori e trasmettere tale conoscenza?
La nostra internzione è quella di lavorare in profondità in un ambiente sicuro, accogliente e rispettoso. Queste sono le basi e prerequisiti su cui abbiamo costruito l’associazione e ideato il Festival. Vogliamo offrire esperienze intense ma leggere, profonde ma giocose, in cui ognuno possa sentirsi libero di esplorarsi e riconnettersi a sé stesso.
Proponiamo tante attività differenti ma col desiderio che si crei una simmetria tra ciò che accade dentro e fuori di noi.
La nudità, per noi, è uno strumento potente ma delicato: non è mai imposta e non è mai fine a sé stessa. Spogliarsi può essere un gesto di grande libertà, ma solo se nasce da un processo interiore di ascolto e consapevolezza. Altrimenti rischia di rimanere un atto puramente esteriore, privo di significato. È per questo che tutto ciò che proponiamo è accompagnato da un invito all’ascolto, al rispetto dei propri tempi e al consenso profondo.
Riguardo questo mondo si sentono spesso tante belle parole che appunto possono rimanere tali perché spesso accompagnate da un pregiudizio legato alla poca conoscenza. Vuoi darci un vostro punto di vista?
Meditazione – Una pratica legata alla ricerca di sé attraverso il silenzio, l’ascolto e la presenza. Non ha una forma univoca: ognuno può incontrarla a modo suo, in modi anche molto diversi tra loro.
Tantra – Una via di consapevolezza per riscoprirsi parte di qualcosa di più grande, oltre il dualismo maschile/femminile. Si cerca di percepire un’energia di tipo personale che poi si espande e unisce con quella dell’universo.
Yoga – È una percorso di risveglio e di unione interiore e di presa di coscienza attraverso il respiro, il corpo e la meditazione. È un modo per ritrovare il proprio centro e connettersi al respiro universale.
Ecstatic dance – Una danza molto libera e intensa, senza coreografie. Il corpo si muove seguendo ritmi intensi in un viaggio profondo dove esprimere tutto il proprio essere grazie anche alla capacità del conduttore di guidare attraverso la musica.
Biodanza – Unisce musica e movimento per risvegliare la gioia interiore, la vitalità l’empatia e la condivisione con gli altri.
Massaggi – Oltre il benessere fisico, il massaggio può essere uno strumento di ascolto e guarigione. Il tocco consapevole apre spazi interiori, cura ferite, ristabilisce connessione tra corpo, emozioni e cuore. Un tocco amorevole può guarire una ferita fisica o mentale.
Cerchi di uomini e donne – Spazi protetti di parola, ascolto e confronto i. Questa possibilità di scambio aperto e rispettoso è una grande occasione, una zona protetta priva di giudizi, dove si impara a condividere e ascoltare se stessi e gli altri.
Energia creativa – È quella forza che nasce quando possiamo essere interi, senza censura. Si genera quando ti senti completo e non devi nascondere parti di te. Allora emergono potenza, libertà e una nuova capacità di creare e agire nel mondo
Bioenergetica – Un approccio psicocorporeo che lavora sulle tensioni e sui blocchi energetici ed emotivi attraverso il corpo. Si utilizzano esercizi, suono, respiro e movimento per ritrovare vitalità, radicamento, per riconnettersi al corpo e alle proprie emozioni.
Teatralità – Un gioco serio. Ci dà l’opportunità di giocare con noi stessi, con le varie maschere e ombre che portiamo e di metterci in gioco con leggerezza e creatività.
Bodypainting -. Solitamente vediamo tanti bei colori nella natura e quindi perché non giocare e divertirsi dipingendosi il corpo? E’ una forma d’arte espressiva e e naturale per accentuare questo rapporto con la natura che ci circonda.
Celebrazione – In maniera semplice …è una festa!. È un momento collettivo o personale in cui onoriamo la vita, la presenza, la gioia. Può essere attraverso la danza, un canto, un momento di silenzio o uno scambio energetico: l’importante è sentire e condividere gratitudine.
Sciamanesimo – Penso che tutti in qualche modo siamo degli Sciamani quindi questa parola non deve spaventare. Ognuno di noi ha una parte antica, istintiva, capace di ascoltare la natura e di entrare in contatto con l’invisibile. Al Festival ci saranno delle pratiche di questo tipo guidate da persone che hanno conoscenza dell’argomento e ci aiuteranno a stare a contatto con la natura e con le nostre energie più sottili.
Possiamo dire che proponete moltissimi eventi tematici. Al di là di conoscerli o volerli provare, c’è un aspetto che li accomuna?
Sì, certamente. Durante i giorni del Festival diamo l’opportunità ai partecipanti di sperimentare tanti seminari, laboratori e iniziative diverse, ma tutte sono accomunate da un principio fondamentale: creare uno spazio sicuro e rispettoso in cui ognuno possa sentirsi libero di esprimersi, nel modo e nella misura che sente possibili in quel momento.
Anche nei laboratori più fisici o di contatto, prestiamo sempre grande attenzione al consenso, al rispetto dei propri tempi e dei confini personali. L’intimità è qualcosa di profondamente soggettivo e mutevole, e noi lo sappiamo bene: per questo invitiamo sempre ogni persona ad ascoltarsi e ad agire nel rispetto di sé e dell’altro. La libertà di esserci, così come si è, per noi il vero filo conduttore.
Pensi il Festival Olistico sia cambiato negli anni? Avete aggiunto eventi o iniziative? Il pubblico in che modo sta rispondendo?
In questi tre anni è cambiato ma prima di tutto abbiamo visto che tante persone che hanno lavorato con noi, continuano a seguirci con entusiasmo per cui possiamo dire che c’è uno “zoccolo duro” che ogni anno aspetta il nostro Festival. Ci sono alcune proposte, iniziative e propositi che ormai fanno parte del nostro DNA ma, come la natura, anche noi siamo in costante trasformazione.
Ad esempio, ogni anno scegliamo un luogo diverso, e questo ci permette di mantenere un contatto vivo con i territori e portare nuove energie. Tutti noi del Direttivo abbiamo specifiche e documentate formazioni personali che vengono arricchite di anno in anno. Le novità non mancano: ogni edizione arricchisce l’offerta con laboratori, iniziative o contenuti nuovi. Quest’anno, per esempio, abbiamo due nuove persone nel team, una mostra fotografica e anche una proposta sperimentale di scatti in nudità consapevole.
La risposta del pubblico è cresciuta: siamo passati da circa 40 iscritti nella prima edizione a superare i 60 iscritti nella più recente. Il pubblico è molto vario, con una fascia d’età che va dai 30 ai 60 anni, con maggioranza verso i 40/50 anni, ma stiamo lavorando per coinvolgere sempre più giovani, proprio grazie all’introduzione di nuovi linguaggi e pratiche.
Siamo davvero soddisfatti: il passaparola funziona e ci fa capire che l’evento è vissuto come uno spazio autentico di crescita e condivisione.
Ringraziamo Chiara Tommasoli e vi diamo appuntamento alla seconda parte dell’intervista che sarà centrata sulle paure e blocchi delle persone che si avvicinano al nudismo. Chiara ci racconterà come l’associazione Apellenuda aiuta molti di loro a superarle…
Tutte le informazioni sul Festival Olistico 2025 potete leggerle qui…
https://www.globalstorytelling.it/2025/06/11/in-arrivo-il-festival-olistico-naturista-apellenuda-dal-17-al-22-luglio-in-liguria/
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Andrea Arcuri e Chiara Tommsoli