Ambientata dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, la serie Marvel Television Ironheart contrappone la tecnologia alla magia quando Riri Williams, determinata a lasciare un segno nel mondo, torna a Chicago, la sua città natale e si ritrova coinvolta dal misterioso ma affascinante Parker Robbins alias “The Hood”.
La serie porta avanti in maniera duplice una componente legata alla magia con quella più concreta sulle scoperte tecnologiche. Troviamo quindi Riri Williams che cerca di portare modifiche e aggiunte alla sua armatura con l’aggiunta di una IA legata in maniera emotiva al suo passato mentre il nemico possiede poteri che arrivano dal mondo magico. L’aggiunta di un personaggio lungo il percorso ma soprattutto di una seconda minacciosa presenza che arriva all’ultimo episodio, confermano il fatto che tale personaggio si muove tra questi due mondi.
In sostanza “Ironheart” è una storia sul dolore personale e come riuscire ad affrontarlo anche grazie all’unione con la famiglia gli amici che ti stanno vicino. Tale componente emotiva è certamente molto introspettiva ma nel complesso viene affrontata nella classica maniera senza particolari aggiunte o momenti davvero originali. Vediamo quindi Riri comprendere cosa significa accettare un lutto e per farlo ecco che nel mezzo ci dobbiamo sorbire le solite personalità estrose e caratterizzate in maniera standard, scene d’azione che procedono con andamento prevedibile e personaggi che si dividono tra buoni/cattivi, tradimenti e ritorni senza sorprendere più di tanto. La serie è molto buona sotto molteplici aspetti, semplicemente non è così grandiosa e la scelta se guardarla o perderla si basa quasi totalmente sul fatto che aggiunge piccoli spunti narrativi e personaggi che potrebbero essere importanti per l’universo Marvel.
Si legge molto sulla bellezza dell’episodio finale grazie ad alcuni risvolti, cambi di direzione e l’aggiunta di un particolare personaggio. Tutto verissimo solo non bisogna confondere l’emozione nel vedere tale aggiunta come un motivo per risollevare la serie attribuendogli un fattore positivo che in fin dei conti non ha guadagnato realmente.
“Ironheart” resta insipida nella sua messa in scena con combattimenti che non sono così incisivi a cui aggiungere una trama e passaggi sempre ben calcolati e per nulla rischiosi. Speriamo che Riri Williams torni al meglio sfruttando il suo gran potenziale (sia come personaggio, sia come storia) che si vede solo nel finale e quindi giusto in tempo per una seconda stagione.
Andrea Arcuri