Porta Romana, profumo d’Argentina: una giornata autentica nel cuore di Milano
In una Milano spesso dominata dal culto dell’apparenza, capita raramente di entrare in un ristorante e sentirsi immediatamente a casa. È successo in un angolo argentino nel cuore di Porta Romana, dove non sono né l’arredo né le recensioni ad alta quota a parlare — ma le persone.
Siamo stati accolti con calore da Marlene Gomes, la proprietaria, figura centrale di questo piccolo mondo sudamericano, capace con il solo sorriso di smontare ogni difesa e creare uno spazio di convivialità vera. L’impressione non è quella di entrare in un locale blasonato, ma in una casa accogliente dove ognuno trova il suo posto.
Il calore umano prima di tutto
Il personale — un affiatato gruppo di camerieri argentini, brasiliani e peruviani — lavora in armonia sorprendente, riflettendo un equilibrio raro tra culture che altrove si sfidano sul campo da calcio, ma qui cooperano con passione e professionalità. Il servizio è attento, gentile, sempre presente ma mai invadente.
Un viaggio nei sapori
Abbiamo iniziato il pranzo con un vino bianco argentino, servito con eleganza e competenza. Un vino di buona struttura, ma allo stesso tempo fine: fermo, equilibrato, dai profumi fruttati con una freschezza che accompagna senza coprire i sapori delicati dell’antipasto. Una scelta felice, ben abbinata alle tre empanadas de Queso y Tomate, de Pollo e de Carne: fragranti e saporite, una vera prelibatezza di gusti particolari che ben si distinguono tra loro grazie ai diversi ripieni. Ad accompagnare queste portate, del pane di produzione propria e diverse tipologie di salse d’accompagnamento.
A seguire, una salsiccia argentina, succosa e profumata, che ha aperto la strada alla vera protagonista della giornata: la carne alla brace.
Ci viene portato al tavolo un braciere caldo che continua a cuocere sotto i nostri occhi, con sopra tagli di carne differenti quali entrecôte, costine di manzo e filetto, accompagnati da un sublime purè di patate e dall’immancabile chimichurri. Tagli selezionati, cottura impeccabile, qualità eccellente. La carne ci è stata servita con il grado di cottura richiesto, mantenendo la succulenza e il gusto pieno tipico della carne argentina, senza artifici. Inoltre, il piccolo braciere permetteva di mantenere la temperatura della carne al tavolo ed eventualmente adattare la gradazione di cottura ai gusti di ogni singolo commensale.
Il tutto è stato servito con una bottiglia di Malbec Don Juan 2017, un vino rosso rubino dai riflessi violacei di corpo pieno e dagli aromi intensi, che si può trovare solo in questo ristorante.
Ogni pranzo che si rispetti deve terminare in “dolcezza”, e Don Juan propone una selezione di dessert degni di nota per una perfetta chiusura di pasto. Cheesecake style fin de mundo, budino al latte, Panqueque Goloso e mousse di dulce de leche hanno deliziato il nostro palato con dolcezza e conquistato ogni papilla gustativa.
Dentro le cucine, tra brace e tradizione
Il ristorante si presenta accogliente, ordinato e ben equilibrato nella presenza di oggettistica ed arredamento con chiari richiami all’Argentina. Il colore rosso delle pareti trasmette calore e passione, caratteristiche peculiari della cultura che ospita.
Ma non ci siamo fermati alla sala. Abbiamo avuto il privilegio di fare un tour del locale. Le cucine sono ordinate, pulitissime, e ospitano una griglia imponente, con altezza regolabile, che permette di controllare in modo preciso la cottura: il cuore pulsante del ristorante. Il cuoco ci ha mostrato con orgoglio il funzionamento di questo strumento, raccontando le tecniche che rendono la carne così unica.
Abbiamo anche visitato la cantina del ristorante, uno spazio rustico, curato e suggestivo, dove si organizzano eventi e degustazioni. Qui si trovano etichette selezionate, prevalentemente argentine, acquistabili anche al dettaglio, che rappresentano bene la filosofia della casa: genuinità e legame con la terra d’origine.
Oltre il piatto: cultura e appartenenza
Sovente Marlene passa tra i tavoli per intrattenersi con gli ospiti. Durante il pranzo si è seduta più volte al nostro tavolo per spiegarci la filosofia del ristorante attraverso la sua offerta o semplicemente per raccontarci qualche aneddoto.
Il menù propone sia formule fisse che à la carte. Inoltre, durante la settimana il Don Juan propone diverse alternative: dal lunedì al venerdì c’è il business lunch, il sabato un menù fisso basato su diversi assaggi di piatti tipici, adatto ai giovani che vogliono testare la cucina argentina, la domenica invece c’è un menù fisso che risulta più completo.
Il locale è frequentato da un pubblico variegato, anche di personaggi noti, ma al Don Juan non c’è ostentazione, non c’è sfarzo nel mostrare i VIP che hanno visitato questo luogo. La stessa Marlene non ci ha citato alcun nome famoso che ha messo piede nel suo ristorante, al contrario ha sempre mostrato la stessa cortesia ed attenzione per tutti, indipendentemente dalla fama, dimostrando che per lei conta di più l’umanità delle persone piuttosto che la loro notorietà.
Oltre che nel piatto o nel bicchiere, l’anima di questo ristorante vive nelle persone che lo animano
Veniamo colpiti dalla storia di una signora argentina di oltre 80 anni che non può più tornare nel suo paese d’origine, ma che frequenta abitualmente il ristorante ritrovandoci un pezzo della sua terra. Infatti, oltre alle pietanze tipiche e al calore con cui si viene accolti, la domenica al Don Juan si esibiscono tra i tavoli due ballerini di Tango, offrendo un momento di spettacolo ma soprattutto di cultura ed autenticità.
Il Don Juan, dunque, non è solo un ristorante argentino, ma è anche una casa, un rifugio, un luogo di incontro, dove ogni dettaglio — dal caldo colore delle pareti al sorriso del personale — trasmette una sincera ospitalità.
E’ un posto dove si va per mangiare bene, certo, ma soprattutto per stare bene.
Ersilia Leonardis per Global Story Telling