In scena le due attrici protagoniste sono magnetiche. Un filo invisibile lega lo spettatore alla loro voce che si modula a seconda che recitino o cantino. Partendo dall’ancestrale, da una fiaba polacca che racconta e sviscera il racconto di due sorelle, Orfana e Figlia, piano piano ci si avvicina al contemporaneo e a figure di sorelle che sono state raccontate anche attraverso altri mezzi come Jane e Blanche nel celeberrimo film “Che fine ha fatto baby Jane?. Un excursus che tocca anche il primo testo sacro della letteratura cristiana. La Bibbia che narra di Maria e Marta di Betania e ci conduce, per parallelismi e differenze, alla vita di due sorelle, come ce ne sono tante in tutto il mondo, che sono legate ma sono anche distanti perché la sorellanza è un dono, una benedizione, un conforto ma è anche un fardello, un peso non sempre facile da portare. La sorellanza, però, è sempre un compito che accompagna nella crescita e interroga ad ogni tappa, ad ogni traguardo. La misura di se stessi è anche sempre mutuata dal rapporto che si ha con qualcuno che è accanto ma è anche sempre dentro di sé, che lo si accetti di buon grado o lo si osteggi con tutte le proprie forze.
Meravigliosa la cornice, al tramonto, nel chiostro bramantesco della chiesa di Santa Maria alla Fontana. Le due attrici splendide, vestite e truccate nello stesso identico modo ma con pettinature diverse, a suggellare due facce della stessa medaglia. Uno spettacolo così intenso e profondo che regala commozione portando lo spettatore a riflettere su un legame che chi prova sulla propria pelle ritrova nelle sfaccettature nelle quali è proposto e chi non sperimenta nella vita riesce ugualmente a percepire e ad immaginare grazie alla perfetta immedesimazione di due attrici di spiccato talento.
Virna Castiglioni per Global Story Telling