Il Milano Film Fest 25 si è concluso. Ecco il nostro racconto tra eventi, film e tanto altro.

9 Giu, 2025

La mia giornata alla prima edizione del Milano film fest inizia al mattino di giovedì 5 giugno con la proiezione di un film dedicato alla figura di Ravel, compositore noto soprattutto per il suo “Bolero”. Prosegue, nella stessa splendida location de il Piccolo Teatro Strehler, dove assisto alla proiezione del film “Tutto l’amore che serve”. Un film delicato che tratta in punta di piedi un tema spinoso che tutte le famiglie di ragazzi diversamente abili sono costrette, ad un certo punto, a dover affrontare. Un figlio che si innamora, esplora la sessualità con la sua ragazza e decide anche di diventare genitore. Nel pomeriggio cambio destinazione e mi dirigo nel tempio meneghino del cinema. Anteo Palazzo del Cinema in zona Garibaldi dedica due sale (Rubino e President) ai film in concorso e fuori concorso della giornata. Qui vedo “four mothers”, un remake irlandese di un nostro film italiano di qualche anno fa “Il pranzo di ferragosto” del bravo di Gianni Di Gregorio. Con qualche diversificazione questo nuovo film è la storia di uno scrittore gay di successo che si trova a gestire la madre anziana ma poi, per un breve periodo, anche le madri dei suoi tre migliori amici. Commedia divertente ma anche intelligente che spinge lo spettatore a più di una riflessione. Infine assisto con i veri protagonisti intervenuti all’ evento al documentario sulla “Spaghetti funk”. Un tuffo vero e proprio nel passato. Dal 1994 al 2001 una scritta in sovraimpressione ricorda che furono 1000 le date alle quali parteciparono i fondatori del movimento. J-Ax, Space One e il writer Raptuz sotto la guida di Franco Godi hanno sdoganato il genere in Italia, reinventandolo, ma soprattutto spianando la strada alla scena musicale rap che è venuta successivamente. Come ricorda J-Ax tutto quello che viene fatto anche ora è stato fatto prima da loro (on stage ma anche fuori dal palco).

Un documentario sincero su una crew che ha supportato artisti e ha permesso ad un genere nuovo di emergere e farla da padrone per quasi un decennio. Nostalgia e malinconia in quelle immagini di ragazzi alle prese con il successo e la fama ma che si ritrovavano poi la sera ad un baretto a giocare a flipper. Questa giornata di full immersion nella settima arte è stata una scelta ponderata ma il programma era denso anche di altre attività. Un menù davvero ricco per soddisfare tutti i palati, anche quelli più esigenti.

Impeccabile l’ organizzazione al cinema Anteo che si dimostra sempre più il cinema più preparato per questo tipo di manifestazioni. Oltre allo staff consueto, sempre gentile e disponibile, molte persone reclutate apposta per l’occasione hanno saputo accogliere, informare, indirizzare i tanti spettatori accorsi in buon numero nonostante la giornata feriale lavorativa per assistere alle proiezioni in scaletta.

L’ atmosfera che si respira è di festa, di condivisione, di cultura, di voglia di esserci sia da parte degli addetti ai lavori ma anche e soprattutto del pubblico che è presente numeroso. Nei giorni feriali è stato sicuramente l’ impegno lavorativo a trattenere maggiormente il pubblico dalla partecipazione ma c’è stato modo comunque per tutti di trovare qualcosa di interessante sia sabato che domenica.

Il festival, quest’ anno, è andato in scena dal giorno 3 al giorno 8 giugno. In tutti i punti di svolgimento delle proiezioni era presente un libretto cartaceo che, in maniera esaustiva, riportava tutti gli eventi giorno per giorno. Di agile consultazione ma soprattutto un vademecum utile per non rischiare di perdersi nel mare magnum della programmazione. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Film di spessore che si alternano a masterclass, proiezioni di corti, spettacoli teatrali. Il cinefilo e il cultore di teatro saranno sicuramente accontentati.

Da inviata ma soprattutto da spettatrice posso asserire che questa prima edizione sotto la direzione artistica di Claudio Santamaria ha centrato l’ obiettivo già dal suo esordio ma saprà essere il nuovo appuntamento fisso da segnare in agenda per gli anni a venire. A questo festival organizzato e pianificato con passione e dedizione non si può fare altro che augurare tanta fortuna e successo.

Virna Castiglioni per Global Story Telling