“Vicini di casa” è un testo teatrale frizzante e spassoso. Forse non molto originale nel prendere a prestito un tema come la sfera intima e sessuale, tema abusato per costruire gag con battute esilaranti. Quello che convince, senza ombra di dubbio, è la contrapposizione manichea delle coppie che si rivelerà invece non così solida ma addirittura quasi ribaltata perché, come accade sempre in tutti gli ambiti, le apparenze ingannano e anche molto. Coppia disinibita aperta libertina contro coppia pudica chiusa borghese. Ma sotto le coperte spesso i ruoli si ribaltano e non è detto che chi teme i giudizi altrui e, pertanto si fa scudo adottando comportamenti perbenisti, in realtà non muoia dalla voglia di trasgredire e non lo faccia solo per mancanza di occasioni propizie. La commedia messa in scena in un unico atto da attori navigati come Amanda Sandrelli e Gigio Alberti (la coppia normale) e attori meno noti ma altrettanto convincenti come Alberto Giusta e Alessandra Acciai (la coppia trasgressiva) è un concentrato di buon umore. Si ride tanto ma lo si fa senza che ci sia mai bisogno di scadere nel triviale e nella volgarità per suscitare l’ ilarità del pubblico. Una commedia brillante, pulita che sa intrattenere con garbo. Non è mai scurrile, mai troppo sopra le righe. Appare piccante il giusto e non corre mai il rischio di essere ripetitiva. Sa alternare momenti di ironia pungenti con altri di riflessione in un mix che diverte senza essere mai troppo sbilanciato. Il tempo di 70 minuti è funzionale ad evitare di ripetere troppe volte lo schema di contrapposizione e lascia comunque il pubblico soddisfatto perché compie la parabola corretta per arrivare al punto di rottura e tornare ad una situazione di partenza che sa regalare anche un momento di tenerezza e romanticismo che non guasta mai. Irriverente e dissacrante senza bisogno di eccessi.
Intrigante con eleganza, una piece che sa infondere una ventata di freschezza anche quando gioca con dinamiche di coppia usuali e prende di mira situazioni fin troppo convenzionali.
Virna Castiglioni per Global Story Telling