“L’amor che move il sole e l’altre stelle” è l’ultimo verso del Paradiso e della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel mondo della musica italiana emergente qualcuno ha preso alla lettera le parole del Sommo Poeta: infatti, per amore ha cambiato città e l’amore e la vita di coppia hanno ispirato il suo ultimo brano uscito ai primi di aprile 2025.
L’artista intercettato da GBT è Francesco Di Tommaso pronto a raccontarsi partendo da un piccolo aneddoto: “Di Tommaso è il cognome di mia madre, il mio è Porrini e i motivi del cambiamento sono due, essenzialmente pratici: ho la erre moscia e quindi dire Porrini risulterebbe complicato e difficile, mi sono immaginato sul palco a presentarmi; l’altro motivo è legato alla mia professione. Quando ho iniziato il progetto musicale lavoravo come montatore nelle produzione televisive e volevo tenere separate le due attività, spesso i datori di lavoro cercano chi sei sui social e non volevo che i messaggi delle mie canzoni condizionassero eventuali altre scelte professionali, desideravo sentirmi libero di esprimermi”.
Nato a Pescara nel 1980 Francesco viene attratto dalla musica grazie alla passione familiare per le note: “Ho avuto la fortuna di avere mio padre e i miei zii completamente coinvolti dal mondo musicale, parlavano di dischi, le ultime uscite e si ascoltava di tutto. Loro avevano un ristorante e mi ricordo che appena arrivavo chiedevo di ascoltare un disco nuovo e i generi spaziavano dal progressive italiano ai cantautori e a tutto il rock internazionale”.
Battisti, Dalla, De Gregori, De André, Dire Straits, Pink Floyd fanno parte del panorama cultural musicale con cui il padre ha fatto crescere Francesco: “Mio padre mi selezionava i brani da ascoltare in base alla difficoltà e in rapporto alla mia età. A cinque anni ascoltavo i Dire Straits mentre The Wall dei Pink Floyd lo reputava più complicato e mi diceva di aspettare. Aveva ragione, avevo otto anni e mi immersi nel concept album degli artisti inglesi rimanendo affascinato da quel disco che mischiava la musica con una ricerca interiore” dice Francesco.
È grazie al padre che scocca in Francesco la scintilla della passione per il canto: “Papà si sedeva accanto a me e cantava il cantautorato italiano accompagnato dalla sua chitarra. Bellissimi momenti, vedevo mio padre come un supereroe e quindi mi ero messo in testa di imparare a suonare la chitarra e all’età di dieci anni ho iniziato a studiare”.
L’artista pescarese cresce e dalla chitarra classica passa velocemente a quella elettrica: “Lo studio della chitarra classica mi ha fornito una preparazione di alto livello e quando a quindici anni ho ricevuto in regalo la mia prima chitarra elettrica ero una sorta di prodigio, me la cavavo molto bene, tanto che avevo già una cover band e suonavamo nelle discoteche tre sere la settimana. Questa esperienza mi ha segnato positivamente, volevo diventare un chitarrista professionista, volevo provarci seriamente”.
Detto e fatto. Si presenta sulla scena musicale il primo gruppo professionistico di Francesco Di Tommaso: “Zippo, era il nome della band, quattro anni fantastici facevamo stoner rock (genere che parte dall’hard e dalla psichedelia e li trasforma in un suono assordante, ossessivo –n.d.r.). Abbiamo prodotto un disco rintracciabile su Spotify dal titolo “Maktub”, ma soprattutto ci siamo esibiti live in tutta Europa con più di cento date l’anno. Quattro prove la settimana per preparare il disco e gli show, una bellissima avventura che mi ha portato a frequentare i più famosi club dell’underground europeo, dall’Underworld a Londra al Circolo degli Artisti di Roma.”
L’esperienza formativa con gli Zippo, purtroppo, si conclude dopo quattro anni, gli sforzi profusi non erano proporzionati al rientro economico e Francesco decide di dedicarsi maggiormente al lavoro relegando la musica a semplice hobby. I suoi studi in fotografia nella scuola fondata da Vittorio Storaro a L’Aquila spingono Francesco a spostarsi a Roma per trovare lavoro nel campo cinematografico finché nel 2012: “Conosco e mi fidanzo con una ragazza conosciuta a Pescara e per motivi di lavoro le propongono di trasferirsi a Milano, ed ecco che la seguo. Dopo tre mesi la storia finisce, ma oramai totalmente immerso nella vita milanese decido di restare, anche perché ero entrato in un giro di grosse produzioni televisive e le prospettive lavorative erano buone.”
Nonostante le soddisfazioni professionali, il sacro fuoco della musica è duro da spegnere e Francesco si impegna per ricostituire una band, non trovando però artisti pronti a seguire il suo percorso cantautorale e costringendolo a scrivere da solo almeno una decina di pezzi.
Ma non finisce qui. Nel 2019 la svolta: il debutto discografico come solista, esce il brano “Il tuo amore di plastica”: “Una canzone relativa al mio periodo da single in cui utilizzavo una app per incontri, nel video ironizzo su questo fatto e si vede che scrollo il telefono e cambia il personaggio femminile”, racconta Francesco a GBT.
Dopo il folgorante debutto arriva un silenzio che dura cinque anni, periodo in cui l’artista si dedica alla scrittura e partecipa da solista al Festival delle Cose Belle, suonando davanti a una platea di cinquecento persone. Tutto questo convince il cantante a pensare a un progetto discografico importante e strutturato, portandolo a pubblicare nel 2024 tre nuovi brani: “Un cantante da Pianobar”, “Non smettere mai” e “Il Capitano”.
Il 2024 va ricordato anche per una bellissima iniziativa promossa e diretta da Francesco Di Tommaso, il Nuovo Consorzio Cantautori: “Ho sentito il bisogno di creare uno spazio per quelli che, come me, credono in questo genere musicale e continuano ad impegnarsi per portare avanti il loro progetto musicale. Giro continuamente per i locali di Milano, che è la città dove vivo, e mi sono reso conto che i rapper hanno i loro posti di riferimento, i cantanti indie hanno i loro circuiti di riferimento, i rocker, i jazzisti e così via, i cantautori emergenti no. Così ho iniziato a cercare persone che avessero una visione artistica simile alla mia e a Ottobre 2024 ho organizzato la prima serata targata “Nuovo Consorzio Cantautori”. Da quel momento abbiamo continuato a organizzare eventi, dando la possibilità di esibirsi anche a quelli che non conoscevamo, siamo in una fase embrionale e il nostro scopo adesso è conoscere gente nuova. Così molte persone hanno iniziato a frequentare le nostre serate e sono rimasto stupito da due cose: il livello degli artisti che vengono ad esibirsi è alto, persone che nessuno conosce e che magari hanno pochi follower sui social che però scrivono canzoni di valore e le presentano dal vivo in maniera eccellente. In secondo luogo, le connessioni che si sono create tra gli artisti, alcuni hanno iniziato collaborazioni e scrivono canzoni insieme, altri si aiutano a vicenda suonando uno strumento nelle esibizioni dell’altro. Il potenziale nascosto è altissimo. Le nostre serate hanno un’atmosfera rilassata e rassicurante in cui si può venire per sperimentare soluzioni nuove per i live, per far ascoltare un pezzo scritto di recente agli altri e vedere cosa ne pensano, per prendere confidenza con il palco e le sue dinamiche. Affrontare le fatiche legate al portare avanti un progetto musicale insieme a una band, che spesso è anche un gruppo di amici, è sicuramente più facile, mentre spesso i cantautori sono soli. Scriviamo i nostri pezzi da soli, li suoniamo da soli, ci facciamo la promozione da soli, siamo i social media manager di noi stessi e affrontiamo il palco da soli. Volevo creare un punto di aggregazione per venire incontro a chi, come me, sente l’esigenza di confrontarsi anche con gli altri. Al momento stiamo studiando nuove possibili soluzioni per il futuro e non vediamo l’ora di organizzare nuovi eventi.”
Si, ma ora? Che è successo il 4 aprile 2025? “È uscito il mio ultimo singolo dal titolo “Che cos’è”. È una storia d’amore autobiografica nata da una provocazione. Fondamentalmente per differenziarmi dagli altri mi ero ripromesso di non scrivere più canzoni d’amore, una tematica più che svalutata. Invece, proprio i ragazzi del Nuovo Consorzio Cantautori mi hanno sfidato sostenendo che non fossi più in grado di scrivere una canzone d’amore e quindi ecco la nascita di “Che cos’è” che definisco una canzone d’amore poco convenzionale dove descrivo le gioie e i dolori della convivenza, che cosa succede nel mentre del rapporto, tutte le rotture di scatole che accettiamo di affrontare e perché va bene farlo”, racconta divertito Francesco
Che l’amore sia con tutti noi, grazie e buona fortuna
Davide Debernardi per Globalstorytelling