La trama della terza stagione si basa principalmente sul quarto libro della serie di Jordan, “L’ascesa dell’ombra” (“The Shadow Rising”) e condurrà gli spettatori in molte nuove regioni e città attraverso il continente immaginario delle Terre Occidentali, che include i vasti deserti della Triplice Terra, la pericolosa e affascinante città portuale di Tanchico, e la proibita e nebbiosa città antica di Rhuidean, dove Rand e Moiraine verranno a conoscenza di rivelazioni che cambieranno la loro vita. Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, nell’umile luogo natale di Rand, Fiumi Gemelli, il suo amico di lunga data Perrin Aybara intraprenderà a sua volta un viaggio intimo che lo sconvolgerà per sempre.
Si parte subito entrando nel cuore dell’azione con il clima in crescendo per la tensione. Non c’è più spazio per gli spiegoni, per introdurre personaggi e da subito vediamo snodi narrativi che avranno conseguenze future su sul tono dell’intera stagione. Quello che si nota è anche un cambio a livello di regia che sembra essere più fluida (oppure siamo noi che ormai abbiamo accettato lo stile di questa serie) e i vari accadimenti, mondi differenti e razze che entrano in gioco sembrano meglio curate e più credibili.
Nei primi tre episodi riprendiamo le fila delle varie narrazione lasciate in sospeso con dinamiche che vanno a mutare, incastrarsi in forme e stili differenti. I protagonisti sembrano più maturi nelle loro scelte passate e attuali e in generale la scrittura dei dialoghi e il cambio di contesto sembra meglio gestito.
Se all’inizio “La Ruota del Tempo” ha faticato a trovare consensi su più fronti (narrazione, confronto rispetto alla fonte letteraria, poca credibilità in vari aspetti) siamo finalmente di fronte ad una stagione potenzialmente eccezionale che riesce finalmente a superare non solo le poche aspettative del passato ma anche a farsi strada con una maggior consapevolezza e solidità sui vari fronti prima citati.
Andrea Arcuri