” Il Bambino di Cristallo ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 27 Marzo 2025.

11 Mar, 2025

Ispirato a una storia vera, il film racconta il viaggio di una famiglia che affronta le sfide della vita con amore e determinazione. Al centro della storia ci sono Scott e Teresa, genitori di Austin, un bambino affetto da autismo e da una rara malattia che rende le sue ossa fragilissime. Di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili, Scott affronta un percorso di crescita e riscatto personale, ispirato dalla straordinaria vitalità e dall’entusiasmo del figlio.

Dalla prima immagina ma anche dalla sola lettura della trama si capisce benissimo in che direzione andrà il film, quali corde emotive andrà a toccare e cosa andremo a vivere a livello di trama lungo il percorso. Detto così sempre che non ci saranno sorprese e forse neanche un vero motivo per avvicinarsi alla visione. A livello tecnico poi ecco che la musica leggera ci accompagnerà nei momenti più lievi per poi presentarci una ballata allegra in altri più da ridere insieme e farsi piena di sentimentalismo nei passaggi più tragici.

Lungo il percorso però non si può non comprendere le scelte di Scott che piano piano scopriamo essere il vero protagonista della storia. Qui c’è il vero punto di svolta perché di solito viene messo al centro la persona che sembra più fragile oppure la figura femminile e invece ecco che l’uomo medio pieno di vizi e chiamato a fare scelte forzate diventa il punto centrale della vicenda. Tali emozioni vengono certo un po’ pilotate e forzate proprio grazie (o a causa) al fatto di forzarle in maniera classica veicolate da musica d’effetto, regia leggera e passaggi stereotipati.

La parte legata all’autismo e alla malattia genetica di Austin ha davvero pochi momenti tragici e difficili che trovano poco spazio nel suo insieme. La condizione medica e le vere difficoltà come i litigi o i problemi finanziari sono attimi che volano via affossati da cliché cinematografici che vanno a rendere il tutto meno tragico e spostando l’attenzione su Austin come sempre allegro e pieno di vita. Pur rimanendo molto fedele al materiale originale, il film perde di efficacia perché vuole raccontare troppo in poco tempo e accennando tutto senza rendere profondo nulla.

Andrea Arcuri